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Nemmeno i giovani al riparo dalle fake news

L’indagine “Alfabetizzazione digitale & Fake News” ha rivelato che il 31% degli studenti mette like a notizie non verificate, mentre il 51% utilizza i social come principale fonte di informazione

21 Febbraio 2025
disagio giovanile

Le nuove generazioni sono sempre più esposte alle fake news che circolano in rete, in particolare sui canali social. A evidenziarlo è l’indagine “Alfabetizzazione digitale & Fake News”, realizzata da Ipsos, Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e Parole O_Stili, con il contributo di Fondazione Cariplo.

Lo studio ha coinvolto oltre 4.800 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado, che nel 31% dei casi ha ammesso di mettere like su una notizia non verificata, mentre il 51% utilizza i social come principale canale di informazione.

«Si tratta di una ricerca con una metodologia innovativa – afferma Elena Marta, professoressa di Psicologia sociale e di Psicologia di Comunità all’Università Cattolica e membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo – poiché non solo è stata rilevata l’auto-percezione degli adolescenti in merito alle loro competenze digitali, ma è stata proposta la visione di fake news certificate come tali, indagando in tempo reale il comportamento dei giovani al riguardo».

Lo studio è stato presentato durante il Festival della comunicazione non ostile, un evento organizzato da Parole O_Stili a Trieste, da anni impegnato nel contrastare la violenza verbale online e offline. Tra i dati emersi spicca la mancanza di consapevolezza da parte degli adulti sull’impatto della rete nella vita dei ragazzi.

«I ragazzi si trovano spesso soli di fronte al problema delle fake news – spiega Rosy Russo, presidente e fondatrice di Parole O_Stili –  così come in molti altri ambiti legati all’uso della Rete, che viene ancora percepita come un mondo a parte, meno rilevante o impattante. Ciò che manca davvero è la consapevolezza da parte degli adulti della responsabilità ad abitare la Rete, a vivere in quella cultura digitale che è propria dei nostri figli e delle nostre figlie. I dati parlano chiaro: solo un genitore su tre affronta il tema di internet in famiglia, lasciando molti ragazzi senza punti di riferimento in un contesto che invece richiederebbe guida e responsabilità condivisa».

Un altro aspetto evidenziato dall’indagine riguarda il rapporto tra competenza digitale e disinformazione, come avverte Giuseppe Riva, professore di Psicologia della comunicazione e direttore di Humane Technology Lab all’Università Cattolica. «Neanche una maggiore competenza digitale mette al riparo dalla diffusione delle fake news, dal momento che, sulla base dei risultati della ricerca, gli studenti che si dichiarano più competenti tendono a condividere e apprezzare più contenuti falsi».