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Milano

Marius, quando la voglia di imparare è più forte degli sgomberi

Lo stillicidio degli allontanamenti non mina la determinazione di questo ragazzo rom, della sua sorellina e dei suoi cuginetti a continuare a studiare

di Silvio MENGOTTO Redazione

23 Novembre 2010

Marius, quindicenne rom analfabeta, da due mesi ha iniziato un corso di alfabetizzazione presso un circolo Acli nel quartiere Rubattino: viene seguito da alcuni insegnanti e volontari della Comunità di Sant’Egidio. Marius si vuole integrare e trovare un lavoro. Da settembre è stato sgomberato cinque volte, vive con la mamma Vasilica, la sorella Alexandra di otto anni, il papà e due nonni.
Il quinto sgombero risale a venerdì 19 novembre in via Caduti di Marcinelle. Alle sei del mattino vengono allontanate diverse famiglie, tutte provenienti da diversi sgomberi di via Rubattino, tra cui quella di Marius. Coinvolti anche cinque bambini che frequentavano regolarmente le scuole di Crescenzago (molto distanti) e di via Pini.
La famiglia di Marius aveva raggiunto la sorella Flora, presente da molti anni a Milano. Marius parla solo il romanì, la lingua rom; l’apprendimento dell’italiano è faticoso, ma non impossibile. A volte al gioco preferisce lo studio.
Dopo l’ultimo sgombero la famiglia di Marius si era trasferita a cinquanta metri dal vecchio capannone abbandonato, nascondendosi sul fondo di una scarpata che confina con un muro di cinta. Nello spazio di mezzo metro vivevano all’aria aperta dodici persone, senza tenda e senza alcun riparo, sotto la pioggia. Per molti giorni Marius e la sorella Alexandra hanno vissuto in quello spazio per il semplice motivo che le rispettive scuole erano vicine.
Ogni domenica mattina i volontari di Sant’Egidio accompagnano i rom per una doccia in un campo sportivo. La doccia è fredda, ma i rom non la trascurano perché è l’unica occasione settimanale per potersi lavare e Marius non la perde mai. «A volte – dice Annelise, insegnante – ha vergogna nel venire a lezione perché ha le scarpe infangate ed è zuppo di umidità per la notte trascorsa sotto la pioggia».
La prima notte dopo lo sgombero Marius l’ha trascorsa al freddo sotto un cavalcavia con tutta la famiglia. Nonostante i tentativi di cercare lavoro, i genitori di Marius sono scoraggiati e tentati di ritornare in Romania, ma anche laggiù la situazione non sarebbe rosea. Con il lavoro cercano anche strade di integrazione come la scolarizzazione per i loro figli che, al contrario dei genitori, vorrebbero rimanere a Milano per continuare a studiare.
Oggi Marius è seguito da volontari che, alternandosi, organizzano lezioni di italiano, letteratura e scrittura, svolte nella sede del circolo Acli in via Conte Rosso. Questa preparazione è indispensabile perché nel gennaio prossimo Marius vuole sostenere l’esame per una borsa-lavoro da apprendista. Insieme a mamma Vasilica partecipa anche al corso di lingua italiana per stranieri ogni sabato pomeriggio nella parrocchia di S. Crisostomo in via Padova, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.
Mamma Vasilisca si commuove ogni volta che vede il figlio studiare con passione. «Spesso – dice Annelise – Marius arriva per le lezioni bagnato, ma la cartella e i quaderni sono asciutti, i compiti fatti. Lo stillicidio degli sgomberi continui non mina la determinazione di Marius e della sua sorellina e dei suoi cuginetti a continuare a studiare anche se ogni spostamento la scuola diventa più lontana da raggiungere, anche se hanno dormito all’aperto, anche se non sanno dove potranno dormire la notte». Nel caos dell’ultimo sgombero Marius è arrivato in ritardo alla lezione, ma paradossalmente, dice Annelise, «il suo volto era euforico di gioia. La vera notizia era la nascita della piccola cuginetta avvenuta nella stessa mattinata dello sgombero».
Marius, quindicenne rom analfabeta, da due mesi ha iniziato un corso di alfabetizzazione presso un circolo Acli nel quartiere Rubattino: viene seguito da alcuni insegnanti e volontari della Comunità di Sant’Egidio. Marius si vuole integrare e trovare un lavoro. Da settembre è stato sgomberato cinque volte, vive con la mamma Vasilica, la sorella Alexandra di otto anni, il papà e due nonni.Il quinto sgombero risale a venerdì 19 novembre in via Caduti di Marcinelle. Alle sei del mattino vengono allontanate diverse famiglie, tutte provenienti da diversi sgomberi di via Rubattino, tra cui quella di Marius. Coinvolti anche cinque bambini che frequentavano regolarmente le scuole di Crescenzago (molto distanti) e di via Pini.La famiglia di Marius aveva raggiunto la sorella Flora, presente da molti anni a Milano. Marius parla solo il romanì, la lingua rom; l’apprendimento dell’italiano è faticoso, ma non impossibile. A volte al gioco preferisce lo studio.Dopo l’ultimo sgombero la famiglia di Marius si era trasferita a cinquanta metri dal vecchio capannone abbandonato, nascondendosi sul fondo di una scarpata che confina con un muro di cinta. Nello spazio di mezzo metro vivevano all’aria aperta dodici persone, senza tenda e senza alcun riparo, sotto la pioggia. Per molti giorni Marius e la sorella Alexandra hanno vissuto in quello spazio per il semplice motivo che le rispettive scuole erano vicine.Ogni domenica mattina i volontari di Sant’Egidio accompagnano i rom per una doccia in un campo sportivo. La doccia è fredda, ma i rom non la trascurano perché è l’unica occasione settimanale per potersi lavare e Marius non la perde mai. «A volte – dice Annelise, insegnante – ha vergogna nel venire a lezione perché ha le scarpe infangate ed è zuppo di umidità per la notte trascorsa sotto la pioggia».La prima notte dopo lo sgombero Marius l’ha trascorsa al freddo sotto un cavalcavia con tutta la famiglia. Nonostante i tentativi di cercare lavoro, i genitori di Marius sono scoraggiati e tentati di ritornare in Romania, ma anche laggiù la situazione non sarebbe rosea. Con il lavoro cercano anche strade di integrazione come la scolarizzazione per i loro figli che, al contrario dei genitori, vorrebbero rimanere a Milano per continuare a studiare.Oggi Marius è seguito da volontari che, alternandosi, organizzano lezioni di italiano, letteratura e scrittura, svolte nella sede del circolo Acli in via Conte Rosso. Questa preparazione è indispensabile perché nel gennaio prossimo Marius vuole sostenere l’esame per una borsa-lavoro da apprendista. Insieme a mamma Vasilica partecipa anche al corso di lingua italiana per stranieri ogni sabato pomeriggio nella parrocchia di S. Crisostomo in via Padova, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.Mamma Vasilisca si commuove ogni volta che vede il figlio studiare con passione. «Spesso – dice Annelise – Marius arriva per le lezioni bagnato, ma la cartella e i quaderni sono asciutti, i compiti fatti. Lo stillicidio degli sgomberi continui non mina la determinazione di Marius e della sua sorellina e dei suoi cuginetti a continuare a studiare anche se ogni spostamento la scuola diventa più lontana da raggiungere, anche se hanno dormito all’aperto, anche se non sanno dove potranno dormire la notte». Nel caos dell’ultimo sgombero Marius è arrivato in ritardo alla lezione, ma paradossalmente, dice Annelise, «il suo volto era euforico di gioia. La vera notizia era la nascita della piccola cuginetta avvenuta nella stessa mattinata dello sgombero».