22/12/2008
di Silvio MENGOTTO
Se l’assegnazione degli Ambrogini del Comune di Milano ha suscitato più polemiche che gratitudine, la Giornata della Riconoscenza, promossa dalla Provincia di Milano lo scorso 16 dicembre, ha suscitato meno clamore, ma non per questo è stata meno significativa. Per la prima volta ha partecipato anche il cardinale Dionigi Tettamanzi e durante la manifestazione sono state premiate alcune realtà legate al mondo cattolico, come il consorzio “Farsi Prossimo” e l’associazione Nocetum.
Il premio al Nocetum, una pergamena con medaglia d’oro, è stato ritirato dalla fondatrice, suor Ancilla Beretta. Le motivazioni del riconoscimento sono radicate nel ventennio di presenza nel territorio di Nosedo, che si è sviluppata ulteriormente con la ristrutturazione della cascina attigua alla chiesetta paleocristiana. In questi giorni l’associazione ha pubblicato un opuscolo straordinario per commemorare la propria storia, dal titolo significativo di All’ombra del Noce. I primi vent’anni di Nocetum.
Il progetto Nocetum è portato avanti da una comunità residenziale di consacrate allargata a laici impegnati nei medesimi scopi e a volontari della comunità. L’associazione si impegna per la salvaguardia del creato. Questo ha portato a concentrare l’attenzione sull’ambiente e sulla natura e a partecipare a progetti di bonifica del verde circostante. Il ventennale è stato ricordato in particolare il 4 ottobre scorso, Festa del Creato. Ma si è anche praticata l’ospitalità verso persone straniere in difficoltà a reperire un alloggio e l’accoglienza di persone a rischio di esclusione sociale.
La notizia del premio della Provincia è stata fonte di sorpresa. «Non siamo stati premiati noi – precisa suor Ancilla -, ma l’Associazione Nocetum, che coinvolge coloro che lavorano e i volontari». Gradite e apprezzate le motivazioni della pergamena: «Nocetum, antico borgo a sud di Milano, composto da una chiesetta paleocristiana e da una cascina, grazie alla guida della fondatrice sr. Ancilla Beretta e di Gloria Mari, è diventata una associazione, un centro di preghiera, accoglienza e condivisione. L’ospitalità delle famiglie in difficoltà provenienti da altri Paesi, la sensibilità verso l’ambiente attraverso iniziative di riqualificazione territoriale, la promozione del valore del volontariato sono risposte concrete alle esigenze di partecipazione e di solidarietà del territorio».
Dentro a queste motivazioni va ricordato l’aiuto e l’accoglienza che Nocetum, insieme a Casa della Carità, ha dato al campo rom di via S. Dionigi, sgomberato da oltre un anno. In particolare, l’opera di doposcuola organizzata nella cascina di Nocetum è un servizio che, nonostante lo sgombero, è continuato con qualche difficoltà nell’arco dell’ anno. Più che doposcuola, precisa suor Ancilla, è opportuno parlare di «formazione umana, partendo dall’attenzione alle persone e alle loro attitudini».
Suor Ancilla confida che «dopo lo sgombero del campo rom il nostro compito è diventato difficile, perché, soprattutto per i genitori, la scuola è sempre disattesa». Durante l’anno molte famiglie si sono disperse nel territorio o in altri campi. Altre famiglie dell’ex campo si sono collocate nella zona di Chiaravalle e i loro bambini sono seguiti dall’associazione. In particolare Nocetum segue un gruppo di ragazzi che frequenta la scuola media.
Dopo l’esperienza delle elementari, suor Ancilla è convinta che i ragazzi «hanno acquisito il senso della scuola e, credo, anche la bellezza, perché la frequentano volentieri». Non tutto si è perso. Anzi, conclude suor Ancilla, «conoscendo le nuove famiglie rom che ci frequentano, direi che c’è stato un cambiamento generazionale. C’è un passo oltre la stretta famiglia, il clan, il gruppo. Questo passo in più è la scuola e, credo, anche Nocetum, che per i bambini rom e le mamme è diventato un punto di riferimento».