29/07/2008
di Enrico VIGANÒ
Il grande cuore di Erba ora pulsa anche in Africa. Da circa un mese l’ospedale di Tanquieta, nel Benin, è in rete con l’Unità Coronarica del “Fatebenefratelli” di Erba ed èin grado di trasmettere in qualsiasi ora del giorno e della notte i tracciati degli elettrocardiogrammi effettuati laggiù e di ricevere in tempo reale il referto elaborato dai medici erbesi.
«È una novità assoluta in cardiologia – afferma orgoglioso il dottor Walter Bonini, primario dell’Unità Coronarica del nosocomio di Erba -. Le strutture ospedaliere presenti in Africa non sono ancora preparate per far fronte alle malattie cardiovascolari, anche se non si può dimenticare che finora la medicina è impegnata a far fronte ad altre patologie ben più gravi. Resta il fatto che in caso di interventi chirurgici i medici non sempre hanno un quadro clinico completo del paziente. Abbiamo quindi pensato di dare il nostro apporto professionale ai colleghi dell’ospedale “Fatebenefratelli” di Tanguieta nel Benin, donando loro un elettrocardiografo della Cardioline con trasmissione in Gsm».
Questo modello di tipo convenzionale permette di registrare un Ecg e di inviare i dati anche dalla savana o dalla foresta, e di essere refertato a migliaia di chilometri di distanza. A breve anche l’ospedale di Affagnan nel Togo sarà provvisto di questo elettrocardiografo e si stanno già avviando i primi contatti per installarne un altro anche in un ospedale del Kenya.
Tutto questo è stato possibile grazie all’Associazione “Cuore in Erba onlus”, di cui è presidente lo stesso dottor Bonini: con i soldi pervenuti da elargizioni di privati cittadini erbesi e da finanziamenti della Fondazione Comasca, ha acquistato e donato l’elettrocardiografo al “Fatebenefratelli” di Tanguieta.
“Cuore in Erba” non è nuova a queste iniziative. Da tempo ha patrocinato nel Triangolo Lariano una campagna di sensibilizzazione per la prevenzione delle malattie cardiache: «Il nostro reparto – prosegue il dottor Bonini – si è fatto promotore del Progetto Telecuore, che ha permesso di fornire l’elettrocardiografo della Cardioline a ben tredici centri del territorio erbese, in particolare a nove case di riposo, a due pronti interventi e a due medici di base».
«Questa è un’ulteriore dimostrazione – sottolinea fra’ Sergio Schiavon, priore del “Fatebenefratelli” di Erba – che il personale del nostro ospedale ha una notevole professionalità ed è disponibile a offrirla anche a strutture sanitarie dei Paesi del Terzo Mondo. Alcuni medici (ad esempio il dottor Giuseppe Perrone, oculista, e il dottor Piero Poli, traumatologo) si recano periodicamente nelle nostre strutture ospedaliere dell’Africa per prestare la loro opera. A breve, poi, nel reparto chirurgia del nostro nosocomio vi sarà un’altra novità: verrà acquistato un apparecchio che eseguirà l’esame istologico immediatamente durante l’intervento chirurgico, senza costringere così il paziente a sottoporsi ad un eventuale secondo intervento. Sarà una procedura all’avanguardia in Italia e unica nel Comasco».
In queste settimane, infine, per iniziativa del sindaco di Ponte Lambro, è sorto un Comitato, a cui hanno aderito già i sindaci di Erba e di Canzo. Questo Comitato si prefigge di sensibilizzare la popolazione, e soprattutto i politici regionali, sull’importanza della presenza nel territorio del “Fatebenefratelli” e sulla necessità del suo potenziamento, anche in prospettiva dell’apertura a Montano Lucino del nuovo ospedale S. Anna, che, con ogni probabilità, sposterà il baricentro dell’utenza verso Varese, lasciando carenti di servizi sanitari specialistici i paesi a est della provincia di Como.