30/12/2008
di Mauro COLOMBO
«Mi appello alla responsabilità dei singoli e delle comunità cristiane della diocesi e propongo di costituire il “Fondo famiglia-lavoro” per venire incontro a chi sta perdendo l’occupazione»: questo l’annuncio dato dal cardinale Tettamanzi nel corso dell’omelia della messa di Natale presieduta nel Duomo di Milano la notte della Vigilia.
Un fondo che inizialmente potrà contare sulla disponibilità di un milione di euro, dotazione ricavata «attingendo dall’8 per 1000 destinato per opere di carità, dalle offerte pervenute in questi giorni “per la carità dell’Arcivescovo” e da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali», come ha precisato lo stesso Arcivescovo.
Tettamanzi è conscio che l’iniziativa «è poco più di una goccia rispetto al mare delle necessità», ma anche che può essere un segno con cui la Chiesa ambrosiana manifesta il suo impegno di solidarietà». Per questo ha chiesto «a tutte le comunità cristiane della diocesi di riflettere sulle conseguenze della crisi economica, di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro, di aderire con generosità a questo Fondo».
L’utilizzo concreto del Fondo è finalizzato a fornire un assegno a parziale integrazione del mancato reddito da lavoro. La distribuzione dei fondi sarà mirata, in modo tale da raggiungere adeguatamente chi è in situazione di più grave difficoltà. E non deve costituire «una forma di assistenzialismo, affinché chi perde il lavoro non perda anche la propria dignità».
All’annuncio dell’iniziativa segue ora una fase di sensibilizzazione del territorio che l’Arcivescovo ha espressamente raccomandato. La Caritas Ambrosiana e le Acli stanno studiando le forme più adatte, a partire dalla loro esperienza, per la gestione e l’utilizzo del Fondo. Sarà poi compito dei sacerdoti e dei laici – attraverso i Consigli pastorali, per gli affari economici e gli altri organismi competenti – operare un serio discernimento e decidere come aderire al Fondo (rimandare spese non urgenti o secondarie, destinare una percentuale del bilancio parrocchiale, intraprendere coraggiose scelte di sobrietà…).
Il Cardinale auspica che in questa iniziativa sia centrale l’aspetto educativo, con una riflessione generale sulle ricadute locali della crisi globale, in grado di dar vita a una «nuova primavera sociale» ispirata a uno stile di sobrietà e fatta di «gesti concreti di solidarietà».