Caritas, dormitori, Protezione civile e City Angels allertati
dal Comune per potenziare i servizi rivolti ai senza fissa
dimora soprattutto di notte. È indispensabile intervenire
tempestivamente, tenuto conto anche dell’epidemia influenzale
11/01/08
di Cristina CONTI
Temperature rigide e nebbia. E a Milano scatta l’emergenza freddo per i senza tetto. Le ore più a rischio sono quelle notturne, quando si scende sotto zero. Così l’Assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali del Comune di Milano ha deciso di potenziare gli interventi per il Piano Antifreddo avviato lo scorso 15 novembre.
«In questi casi è fondamentale agire tempestivamente, per impedire il congelamento di chi vive in strada. Per questo motivo ho inviato una circolare alle associazioni coinvolte nel nostro piano, invitandole a intensificare gli interventi», ha informato l’assessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli.
I senza fissa dimora nel capoluogo lombardo sono soprattutto uomini, tra i 30 e i 35 anni, malvestiti e soli. «Emarginato grave è chi non ha più la capacità di accedere ai servizi e di esprimere i propri bisogni», spiega Magda Bajetta dell’Opera San Vincenzo. Spesso poi il problema si collega alla dipendenza da alcol o stupefacenti. Sostanze facili da procurarsi sulla strada e che danno l’illusione di sentire meno freddo nelle notti invernali.
Il dormitorio di viale Ortles è stato allertato per un eventuale incremento di posti letto. Alla Protezione Civile, che sta collaborando attivamente, èstato chiesto invece di garantire il riscaldamento continuo degli ambienti adibiti a dormitorio.
I City Angels intensificheranno le ronde notturne e mattutine, con particolare riguardo alla zona della Stazione Centrale, prolungando l’orario e potenziando la distribuzione di generi di conforto e sacchi a pelo messi a disposizione dall’Amministrazione comunale per quanti dovessero rifiutare l’accoglienza nelle strutture.
Anche il Centro d’ascolto Caritas lavora a pieno regime, con un servizio di counselling: a seconda del bisogno (problemi di salute, mancanza di cibo, necessità di un posto per la notte) i vagabondi vengono mandati alla struttura più idonea.
In questi giorni, infatti, si sta diffondendo anche l’epidemia influenzale e chi vive in strada è più a rischio degli altri. «Gli sbalzi di temperatura hanno scatenato soprattutto bronchiti, polmoniti e febbre alta. Èindispensabile, dunque, trascorrere al caldo almeno le ore notturne», spiega Mauro Moreno, direttore medico di presidio del San Paolo.