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Caso “Santa Rita”, «l’occasione per un sussulto di moralità»

Nel corso della visita alla Tre Giorni Chierichetti l'Arcivescovo ha espresso la sua preoccupazione per lo scandalo della clinica milanese: «In Lombardia anche tanti esempi di "buonasanità": la difficoltà del momento stimoli una riflessione sul senso della professione medica»

15 Luglio 2008

13/06/2008

Un pomeriggio da prete d’oratorio, quello passato dal cardinale Dionigi Tettamanzi al Pian dei Resinelli (Lc) insieme a una settantina di vispi chierichetti, ospiti della “Montanina” per la loro tradizionale Tre Giorni. Il dialogo con i ragazzi, la preghiera comune, il racconto della propria vocazione non hanno distolto però l’Arcivescovo dalla preoccupazione per i gravi fatti accaduti alla clinica “Santa Rita” di Milano e riportati sulle pagine di tutti i giornali.

A margine dell’incontro con i chierichetti, Tettamanzi – che è anche assistente nazionale dell’Amci, Associazione Medici Cattolici Italiani – ha accettato di parlarne con www.incrocinews.it. «Quanto accaduto è incredibile – ha esordito il Cardinale -, soprattutto se si pensa che tanti sono i medici bravi che svolgono bene il proprio lavoro. L’importante è che l’attenzione, la riflessione e la vigilanza sulla sanità non cessino con il passare del clamore di questi giorni».

La gente è spaventata e arrabbiata per quanto accaduto e «di fronte a situazioni così gravi e inquietanti – continua Tettamanzi -, la condanna del male è doverosa. Poi c’è la domanda che la gente si pone, e che anch’io mi pongo: com’è possibile che non ci si sia accorti in anticipo di tutto questo? Il cuore dell’uomo è un enigma, un abisso talora di bene, altre volte di male. Occorre ricordare che spesso i percorsi personali sono come strade sdrucciolevoli: si passa da un gesto sbagliato a uno più grave e velocemente si scivola nell’insensibilità che ingoia tutto e ci si ritrova a compiere azioni inqualificabili. Il male costituisce per tutti un richiamo forte, ma la strada da perseguire deve essere sempre il bene».

Ma ora c’è un grave rischio da scongiurare: «Quando succedono fatti simili – puntualizza l’Arcivescovo – c’è il rischio che l’attenzione si concentri solo su ciò che non funziona, sulla malasanità. Ma grazie a Dio e alla volontà degli uomini la realtà è molto più vasta e positiva. A Milano, in Lombardia, e non soltanto in Lombardia, esistono molti esempi di buona sanità».

Dopo aver espresso la sua ferma condanna, il Cardinale manifesta preoccupazione e solidarietà per «i pazienti che sperimentano paura, per chi ha subito torti e danni gravi, e per tutti i lavoratori onesti che rischiano il posto».

Secondo l’Arcivescovo «tutti devono sentirsi interrogati e riflettere rispetto al proprio lavoro e alle azioni che si compiono. Ancora una volta occorre assumere un atteggiamento diffuso di responsabilità, affinché davanti al male di alcuni si generi un sussulto che porti a una complessiva ripresa dell’onestà, della pulizia, della generosità. Sia questa un’occasione per uno scatto di moralità e di riflessione sul senso della professione medica, che più di altre sente l’urgenza di essere al servizio dell’uomo».

Un invito a medici e operatori sanitari affinché – ha concluso il cardinale Tettamanzi – si impegnino sempre «a non tradire mai la propria professione, a non venir meno allo spirito di servizio e alla dedizione verso gli altri».