Domenica 6 febbraio la Comunità di Sant’Egidio invita a fare memoria degli ebrei partiti dalla Stazione Centrale il 30 gennaio 1944 e nei mesi successivi.
La Senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta, partita per Auschwitz dalla Stazione Centrale all’età di tredici anni, il 30 gennaio 1944, porterà la sua testimonianza. Sarà presente al Memoriale e interverrà il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ha appena diffuso a tutte le scuole la circolare con le «Linee guida sul contrasto all’antisemitismo nella scuola».
Relatori, giovani e musica
Interverranno inoltre Rav Alfonso Arbib (Rabbino Capo di Milano), Monica Maggioni (Direttrice TG1-Rai), Milena Santerini (Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo), Roberto Jarach (Presidente Fondazione Memoriale della Shoah di Milano) e Giorgio Del Zanna (Sant’Egidio). Una rappresentante dei Giovani per la Pace, movimento giovanile di Sant’Egidio, porterà una testimonianza di impegno a favore del “vivere insieme” e del rifiuto dell’indifferenza, specie verso i profughi in fuga da diversi scenari del mondo.
Le note del musicista rom Jovica Jovic ricorderanno lo sterminio dei rom e dei sinti, alcuni studenti del Liceo Carducci eseguiranno musiche e canti.
La commemorazione (qui il programma) giunge quest’anno alla sua ventiseiesima edizione consecutiva, da quando – il 30 gennaio 1997 – la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica, insieme con Liliana Segre, e poi negli anni anche con Nedo Fiano e Goti Bauer, si ritrovarono per fare memoria della deportazione nel luogo da cui partirono i convogli per i campi di sterminio che allora era un umido e buio sotterraneo; da quel ricordo, ripetuto ogni anno, è nata l’idea del Memoriale della Shoah.
L’evento è in streaming online (Facebook, YouTube e Chiesadimilano.it), ma una rappresentanza di giovani milanesi ascolterà l’evento in presenza al Memoriale della Shoah, per testimoniare il loro impegno alla «responsabilità della memoria».
La condanna dell’indifferenza
All’ingresso del Memoriale, Liliana Segre ha voluto scritto a caratteri cubitali la parola “INDIFFERENZA” per ricordare l’indifferenza dei milanesi di allora di fronte a quanto accadeva sotto i loro occhi e per richiamare con quel monito la responsabilità di ciascuno nel presente. Il ricordo dell’abisso di Auschwitz non appartiene infatti solo al passato, costituisce al contrario un monito ineludibile: nel momento in cui vanno scomparendo i testimoni di quella immensa tragedia è un dovere di tutti raccogliere la loro memoria e trasmetterla alle future generazioni. In un momento in cui l’affermazione di movimenti nazionalisti, sovranisti, complottisti e xenofobi suscita allarme in diversi Paesi, compresa l’Italia, la memoria della deportazione richiama tutti ad una maggiore vigilanza di fronte alla crescita dei pregiudizi antisemiti e razzisti.