Mario Mauri, figura storica del giornalismo milanese e dirigente della Rai per quasi 40 anni, se ne è andato sabato 11 febbraio. In punta di piedi. Come nel suo stile.
Uomo di intelligente ironia, Mariolino – per gli amici e i colleghi – era nato nel 1930 in una Milano in trasformazione, che copriva i suoi Navigli e si avviava ad assumere il ruolo di metropoli. Subito attratto dalla passione per il giornalismo, sin dagli studi all’Università cattolica del Sacro Cuore aveva manifestato talento e capacità. Cresciuto nell’Azione cattolica ambrosiana, maturò anche la passione politica nella Democrazia cristiana. Amico e collaboratore di Albertino Marcora, leader storico milanese e nazionale di una delle correnti più avanzate sul piano politico e sociale della Dc, quella di “Base”, con lui strinse una intensa collaborazione sia sul piano della comunicazione, con i Quaderni e l’agenzia «Radar», sia per quanto riguarda l’informazione, scrivendo per le pagine del settimanale Il Popolo Lombardo.
Dal Popolo alla Rai
Assunto poi dal quotidiano nazionale Il Popolo», divenne successivamente caporedattore dell’edizione di Milano e Lombardia, fino al passaggio in Rai nei primi anni Sessanta. All’interno dell’azienda sviluppò tutta la sua carriera giornalistica. Capo della redazione di Milano, in quei turbolenti anni della contestazione studentesca del ‘68, dove anche la sede di corso Sempione non fu esente da manifestazioni, guidò con saggezza e fermezza la sua struttura, assicurando ai giornali radio e ai telegiornali – sia regionali, sia nazionali -, completezza dell’informazione e imparzialità dei servizi.
Questa sua capacità di guida e di direzione gli valse all’inizio degli anni Ottanta la vicedirezione del Tg2 diretto da Ugo Zatterin. Anche a Roma si guadagnò rispetto e riconoscenza, per passare negli anni Novanta alla direzione della sede regionale di Trieste e poi a quella del Centro di produzione di Milano. Andato in pensione, fu chiamato dal cardinale Martini per realizzare un circuito nazionale radiofonico a partire dalla radio diocesana Circuito Marconi.
Negli anni del giornalismo, trovò spazio anche la sua passione politica. E dal 1970 al 1979 è stato sindaco del Comune di Brinzio, in provincia di Varese, saldando sempre di più le sue amicizie con personaggi politici lombardi quali Piero Bassetti, Virginio Rognoni, Luigi Granelli, Camillo Ferrari, Camillo Ripamonti, Giuseppe Zamberletti, Cesare Golfari, Giuseppe Guzzetti, Maria Luisa Cassanmagnago, Paola Colombo Svevo, Maria Pia Garavaglia, Bruno Tabacci, Patrizia Toia. Tutte personalità che hanno contribuito a rappresentare la Regione Lombardia nelle varie istituzioni.
Nel sindacato
Anche in seno al mondo giornalistico Mauri non ha mancato di dare il suo contributo. A partire dalla militanza nell’Ucsi e nell’impegno negli organismi di categoria. Assieme agli amici e colleghi Italo Uggeri, Antonio Velluto, Sergio Borsi, Vieri Poggiali, Gigi De Fabiani, Piergiorgio Corbia, Gian Fulvio Bruschetti, Claudio Mazza, Pino Nardi e Monica Forni, ha fondato e sviluppato la componente di area cattolica Impegno Sindacale, tuttora rappresentata a livello di sindacato, sia nell’Associazione lombarda giornalisti, sia nella Federazione nazionale della stampa italiana. Pensionato, non ha mai mancato di partecipare alle riunioni del Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati e di essere presente nell’Unione nazionale giornalisti pensionati. La sua scomparsa lascia un enorme vuoto.
I funerali sono previsti per martedì 14 febbraio alle 11 nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Brinzio, dove verrà sepolto nella tomba di famiglia.