Tra le attività organizzate dalla Fondazione don Gino Rigoldi, il sacerdote che per anni è stato il cappellano dell’istituto minorile di Milano e fondatore di Comunità Nuova, c’è il progetto Credito al futuro.
Promosso dalla Fondazione stessa e realizzato insieme a Comunità Nuova con il sostegno del programma NEETWORK di Fondazione Cariplo, Credito al Futuro è il programma di formazione e lavoro rivolto a ragazzi tra i 18 e i 29 anni che di fatto non studiano e non lavorano, e non hanno concluso il proprio percorso di studio. Nella maggior parte dei casi, questa condizione deriva da esperienze di estreme fragilità alle spalle, con problemi familiari o anche penali. «In alcuni casi – spiega Serena Fiorentino, coordinatrice di “Credito al futuro” – nelle biografie di questi ragazzi ci sono inciampi, battute d’arresto di fronte alle quali non sono riusciti a reagire. Sono giovani che per periodi lunghi non hanno avuto a fuoco un progetto di vita e di lavoro, perché non hanno avuto l’opportunità di esplorare i propri desideri e di mettere a fuoco le proprie capacità».
Credito al Futuro prova quindi a fare da congiunzione tra questi giovani e il mondo del lavoro. All’interno del progetto il primo contatto avviene attraverso uno “sportello” dove le ragazze e i ragazzi – segnalati da organizzazioni e servizi territoriali con i quali collaboriamo o che accedono per passaparola – vengono ascoltati per conoscerne i desideri, le esperienze pregresse e per orientarli su una delle tre possibilità di riattivazione che proponiamo: “Palestra Lavoro”, corsi di formazione professionalizzante e di inserimento lavorativo che aiutano i ragazzi nell’educazione finanziaria e digitale, come ad esempio a preparare un curriculum, come prepararsi per un colloquio o quali sono i diritti e doveri dei lavoratori.
I corsi di formazione organizzati da Credito al futuro sono legati a orientamenti per professioni particolari: corsi di pizzeria, barman, pasticceria o aiuto cuoco, a cui di recente si è aggiunto anche uno di manutenzione del verde. Le classi sono composte da una decina di studenti, che sono accompagnati lungo tutto il percorso da educatori specializzati nell’ambito giovanile. «Due persone – descrive Fiorentino – lavorano appositamente per aiutare i giovani – spesso alla prima esperienza – anche nell’inserimento lavorativo. Facciamo un grande lavoro proprio con le aziende per ragionare insieme sull’inclusione lavorativa di ragazzi e ragazze che cercano qualcuno che gli dia fiducia e scommetta con loro e su di loro».
Il lavoro di Progetto Credito è nato da una raccolta di bisogni ed esigenze di altri progetti presenti sul territorio. Intercettare i ragazzi che non studiano e non lavorano resta comunque la parte più impegnativa del lavoro. «Stiamo studiando per capire dove e come incontrare questi giovani che sono fuori dai circuiti tradizionali come quello scolastico, per provare a coinvolgerli in attività pensate in modo diverso, proprio per chi ha difficoltà di tenuta in percorsi più comuni e vuole realizzare una vita autonoma, senza scorciatoie, a volte illegali».