Timori, speranze e poca conoscenza. Sono diverse le opinioni sulla Città Metropolitana emerse da un’indagine della Camera di commercio su circa 600 imprenditori e lavoratori milanesi realizzata a settembre.
Il provvedimento che istituisce il nuovo soggetto giuridico è in vigore da tempo e lo scorso fine settimana è stato eletto il Consiglio della Città Metropolitana. Ma gli imprenditori e i lavoratori milanesi non sono ancora molto coinvolti da questo tema, un po’ anche perché in generale ne sono poco informati: solo il 7% è aggiornato, mentre il 58% non conosce molto la questione. «La Città Metropolitana offre l’occasione per ripensare e rilanciare Milano in un’ottica di semplificazione amministrativa e decisionale che può stimolare lo sviluppo economico del territorio», ha dichiarato Dario Bossi, consigliere della Camera di commercio di Milano.
Molte le paure. I cittadini temono soprattutto i costi dovuti alla nuova estensione territoriale. Ma non mancano le speranze: dalle nuove infrastrutture ai servizi per i cittadini, fino alla valorizzazione del territorio. «Occorre migliorare le infrastrutture materiali e immateriali senza dimenticare il recupero e la valorizzazione di periferie e hinterland. Solo così i cittadini e gli imprenditori potranno riconoscere i vantaggi e il valore aggiunto che la Città metropolitana può generare», aggiunge Bossi.
L’accostamento della nuova forma giuridica di Milano a Expo 2015, secondo il 57%, sarà un’opportunità di apertura internazionale della città. Sul possibile simbolo, per la Milano Metropolitana, quasi uno su due ha risposto il Duomo. Al secondo posto, invece, c’è lo skyline dei nuovi grattacieli.
Quel che è certo per tutti è che le possibilità di lavoro non mancheranno. Anzi, potrebbe essere l’occasione di creare nuove reti e un’opportunità per produrre nuovi servizi. Nella nuova Città Metropolitana saranno infatti 285 mila le imprese attive, con quasi 2 milioni di addetti, secondo i dati del registro delle imprese della Camera di commercio al secondo trimestre 2014. I settori che fanno la parte del leone nel territorio sono i servizi (80 mila attività) e il commercio (71 mila). Turismo, servizi alle imprese (dalla logistica all’informatica, dalle spedizioni ai trasporti) e agricoltura sono gli ambiti che riscuotono più successo e che saranno sicuramente potenziati in vista dell’Expo. Bene anche le costruzioni che però subiscono il calo congiunturale.