A Milano e provincia sono più di 11.500 le tonnellate di rifiuti elettronici (“Raee”) raccolti nell’ultimo anno nelle case dei milanesi, secondo i dati della Camera di Commercio del capoluogo lombardo.
Una quantità che, a causa della crisi, è diminuita del 21 per cento in due anni. A Milano e provincia si è passati, infatti, dai 14.605,17 del 2011 a quota 11.540,57 nel 2013. Il comune di Milano con più di 3 tonnellate, ha raccolto il 30 per cento dei rifiuti elettronici totali, tra elettrodomestici, computer, tablet, iPhone o iPad e telefoni cellulari, che non funzionano più o che semplicemente non si usano più perché sono diventati obsoleti. Mentre la tipologia di rifiuto prevalente, con il 45 per cento, è quella che comprende apparecchiature fuori uso che contengono componenti pericolosi.
Un dato sicuramente significativo per l’ambiente e la salute, poiché per evitare danni, le sostanze nocive devono essere smaltite in modo adeguato, mentre molti pezzi devono essere riciclati. «Nella nostra società avanzata gestire al meglio i rifiuti elettrici ed elettronici, sta diventando un tema sempre più rilevante. E proprio per questo è importante operare in un mercato trasparente con regole certe che tutelino l’ambiente, i consumatori e le imprese, in linea con le direttive europee, ma anche in costante monitoraggio delle esigenze specifiche del territorio», ha sottolineato Dario Bossi, consigliere della Camera di Commercio di Milano. Un compito assolto anche attraverso la tenuta del registro dei produttori e importatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche e con il controllo del sistema di raccolta e dei nuovi soggetti che si affacciano sul mercato.
Novità in vista, inoltre, sul fronte smaltimento. L’obbligo di raccolta differenziata e recupero, infatti, sarà esteso a tutti gli apparecchi. Così si rende l’uso delle nuove tecnologie ecocompatibile. E verrà rivisto il sistema organizzativo delle imprese per far fronte alle nuove norme: dovranno, infatti, organizzarsi obbligatoriamente con sistemi consortili riconosciuti e non, per esempio, come Srl. La distribuzione specializzata, invece, dovrà comunque ritirare dal cliente e avviare al recupero il vecchio elettrodomestico.