Al Pime di Milano è molto attivo l’Ufficio Educazione alla Mondialità, che offre preziosi servizi alle scuole, alle parrocchie, agli oratori e anche alle famiglie e agli adulti impegnati a loro volta in ruoli educativi per bambini e giovani. Si presentano così: «Siamo un gruppo di formatori appassionati del mondo, dei popoli e dell’ecosistema in cui viviamo: il nostro sogno è vedere crescere nuovi cittadini e cittadine del mondo. Ci piace pensarli desiderosi di vivere in istituzioni giuste, innamorati del Creato, appassionati di solidarietà, curiosi di conoscere la propria e altrui esperienza spirituale… proponiamo percorsi per educare alla cura di sé, alla stima dell’altro e alla bellezza dell’incontro…crediamo che l’educazione sia necessaria come il pane».
L’ingegner Alberto Ranco, preside dell’Istituto professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato Antonio Parma di Saronno, ha avviato con l’Ufficio del Pime una collaborazione per sensibilizzare gli studenti al tema della legalità, ovvero del rispetto per loro stessi e per gli altri, per le regole del vivere insieme.
Il progetto
La scuola di cui è responsabile ha un’utenza omogenea: «Abbiamo circa 850 studenti suddivisi tra istruzione professionale (3 indirizzi, 5 anni) e corsi più brevi di formazione per elettricisti e meccanici, di Regione Lombardia. Una compagine di giovani particolare e difficile da gestire sotto certi punti di vista, con rischi di dispersione, devianza ed emarginazione. Da considerare poi che abbiamo numerosi studenti (ben 80) portatori di handicap, e altrettanti dislessici, discalculici, con bisogni specifici personalizzati. Pertanto, dobbiamo prenderci cura del clima della classe per riuscire a svolgere i programmi con efficacia. Allo scopo da un po’ di anni abbiamo avviato dalla prima alla quinta classe un grande progetto molto strutturato sul concetto di legalità. Organizziamo incontri con persone che hanno storie e testimonianze interessanti e anche con le istituzioni. Da 4 anni, e anche nel 2021 tra settembre e ottobre gli educatori del Pime tengono interventi di quattro ore, in ciascuna classe prima, per far riflettere i ragazzi sul rispetto delle regole con un metodo interattivo. Non mi aspettavo una competenza di questo livello. In poco tempo, riescono a entrare in relazione con ogni individuo, a coglierne convinzioni, tendenze, problematiche. Alla fine, ci forniscono un report con relazioni puntuali perfettamente in linea con quello che poi emerge nei consigli di classe, aiutandoci a programmare attività che poi porteranno avanti i docenti in modo mirato. Certo, noi educatori dobbiamo lavorare su più fronti, in alcune classi abbiamo attivato anche tutoraggi individuali 1a1 inserendo insegnanti di sostegno e lavorando in sottogruppi per poter monitorare e affiancare gli alunni dal punto di vista scolastico. Davanti ad alcuni comportamenti che ancora sussistono, come piccoli furti o atti di bullismo, a volte i docenti si chiedono se i loro sforzi servano davvero a qualcosa. Io dico che dobbiamo essere consapevoli che il cambiamento non avviene nell’arco di giorni o mesi, ma è importante che i nostri giovani facciano almeno un primo passo verso la consapevolezza per arrivare a capire che il rispetto delle regole e dell’altro è la condizione per la loro stessa felicità. Il cammino è lungo. La realtà del nostro Istituto è dinamica, dall’1 ottobre abbiamo inserito già 20 nuovi studenti… Per fortuna abbiamo il supporto di associazioni e figure del territorio come gli educatori del Pime. Con loro realizzeremo anche un ciclo di interventi su pace e non violenza nelle classi terze”.
Competenze e risorse
Valentina Sampietro, responsabile sede Ufficio Educazione Mondialità di Busto Arsizio e del Progetto Legalità, spiega: «Sono diverse le scuole di ogni grado sul territorio, come quella di Saronno, con cui lavoriamo. Da più di vent’anni trattiamo le tematiche che oggi rientrano nell’insegnamento di Educazione civica. Mettiamo al servizio dei docenti, delle nuove generazioni e delle loro famiglie l’esperienza missionaria del Pime e le competenze pedagogiche in campo interculturale. I nostri formatori sono laureati in Scienze Pedagogiche e Dell’educazione, alcuni hanno seguito corsi di specializzazione e master. I progetti prevedono dei costi che possono essere coperti attraverso fondi della scuola, contributi di fondazioni a seguito di bandi o in altre modalità che si definiscono con le singole scuole».