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Sirio 11 - 17 novembre 2024
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Sport

Il «Meazza» non si tocca, Inter e Milan salutano Milano?

In arrivo il vincolo della Soprintendenza che escluderebbe la demolizione dello stadio di San Siro. Per costruire un impianto di proprietà la società nerazzurra punta a Rozzano, quella rossonera a San Donato

di Mauro COLOMBO

31 Luglio 2023
Veduta aerea dello stadio «Meazza»

Non c’è ancora una comunicazione ufficiale, ma nei giorni scorsi una nota del Comune di Milano, proprietario dello stadio «Meazza» di San Siro, ha accreditato le indiscrezioni che negli ultimi tempi si erano fatte sempre più univoche: la Soprintendenza sta per porre «un vincolo culturale semplice» sul secondo anello (costruito 75 anni fa), il che «impedirebbe l’abbattimento» dell’impianto, impedendo quindi di «fare spazio alla nuova struttura voluta da Inter e Milan».

Sembra quindi in arrivo il capitolo finale di una storia nata sulla base del comune interesse delle due società (affittuarie del «Meazza») a costruire uno stadio di proprietà, sul modello di quelli dei top club europei, per competere con questi ultimi anche in termini di fatturato, grazie all’indotto proveniente da attività commerciali, culturali e di intrattenimento connesse all’impianto. Dopo avere valutato diverse ipotesi, nel 2021 le due società concordarono sull’idea di realizzare insieme il nuovo stadio proprio a San Siro, demolendo il vecchio «Meazza». Una prospettiva che inizialmente sembrava potersi concretizzare in tempo per la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali del 2026.

Ma mentre si presentavano diversi progetti, si consolidava un fronte contrario all’abbattimento, alimentato da diversi comitati pubblici portabandiera di argomentazioni di tipo urbanistico, ambientale ed economico. Una opposizione che ha allungato i tempi delle riflessioni e delle decisioni, tanto da spingere Inter e Milan a riprendere in considerazione ipotesi alternative e separate.

Che cosa resta per San Siro?

Il vincolo in arrivo, in effetti, vede le due società ormai indirizzate verso altri lidi, “salutando” Milano. Orientamento che Palazzo Marino del resto paventa nella sua nota, dove si legge che il vincolo «ridurrebbe di molto le possibilità che le squadre restino a Milano con un nuovo impianto», oltre a produrre «conseguenze gravi per il futuro dello stadio e per la sua sostenibilità economica».

In effetti, negli ultimi dieci anni il bilancio del «Meazza» parla di 159 milioni di euro di costi a fronte di ricavi per 144 milioni di euro. Ma se a questa voce si togliesse quanto pagato da Inter e Milan per l’affitto annuo, il disavanzo crescerebbe ulteriormente. Senza considerare che cosa resterebbe a uno stadio privato delle partite delle due squadre cittadine: concerti musicali, qualche grande evento e poco più.

Il tutto, paradossalmente, mentre proprio il «Meazza» – pur obsoleto e inadeguato ai canoni del calcio-business di oggi – è stato candidato a ospitare la finale di Champions League nel 2026 o nel 2027… E sicuramente terrà a battesimo i Giochi del 2026. E allora c’è chi propone che il Comune provi a convincere almeno una tra Inter e Milan a restare al «Meazza», per avviarne una ristrutturazione possibile. Ma i due club guardano altrove.

Qui Inter

Da qualche giorno l’Inter ha ottenuto dalle società Bastogi e Brioschi Sviluppo Immobiliare (famiglia Cabassi) un diritto di esclusiva valido fino al 30 aprile 2024, sopra un’area di 250/300mila mq nel territorio del Comune di Rozzano, per verificare la possibilità di realizzare lo stadio e le relative infrastrutture. L’area si trova a meno di un chilometro dal Mediolanum Forum ed è vicina alla metropolitana. Nei prossimi mesi il club nerazzurro effettuerà lo studio di fattibilità, mentre il Comune di Rozzano dovrebbe approvare la necessaria variante al Piano di governo del territorio.

Qui Milan

Il Milan, invece, già qualche settimana fa ha acquistato la maggioranza della società SportLifeCity, proprietaria dell’area San Francesco nel territorio del Comune di San Donato, su cui si vorrebbe costruire il nuovo impianto, con annessi servizi commerciali e sportivi. La società rossonera sta verificando se esistono vincoli urbanistici e fisiologici che potrebbero limitare il progetto, ma entro la fine dell’anno potrebbe partire il relativo iter, per giungere a completare i lavori entro il 2029.