QuBì, Quanto Basta, la ricetta per sconfiggere la povertà dei minori e le due squadre di Milano unite per contrastare lo stato di bisogno in cui versano migliaia di famiglie che faticano a provvedere a un’alimentazione adeguata per i loro figli. In occasione del recupero dell’incontro valido per il 27° turno di Serie A – in programma mercoledì 4 aprile alle 18.30 presso lo stadio Giuseppe Meazza di Milano – Milan e Inter accompagneranno simbolicamente il lancio del Programma sul territorio. Numerosi i momenti di coinvolgimento, sul campo e sugli spalti. Alla fine del primo tempo della gara è prevista l’esposizione di uno striscione raffigurante il logo del Programma, il claim della campagna di comunicazione e l’indirizzo web del nuovo sito ufficiale dell’iniziativa.
Sempre durante l’intervallo – intorno alle 19.15 – verrà proiettato sui maxischermi dello stadio un video teaser di 45”, nel quale il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti offre una panoramica sintetica della situazione attuale. Una fotografia che restituisce la mappa della povertà nel capoluogo lombardo e che precede il piano di azione del prossimo triennio. «Siamo felici che il mondo dello sport abbia accolto il nostro appello – dice Guzzetti -. Il derby di Milano è solo l’inizio. Contiamo di realizzare altre collaborazioni. Dobbiamo costruire una squadra speciale per contrastare la povertà dei bambini e delle loro famiglie. È inaccettabile che vi siano così tante persone che vivono in queste condizioni. Il mondo dello sport, dello spettacolo, della musica, della cultura possono fare molto per aiutarci a raggiungere l’obiettivo».
La fotografia della povertà a Milano
Oggi, a Milano, un minore su dieci vive in una condizione di povertà assoluta. Guardando ai trend degli ultimi anni, la preoccupazione è che sia un numero in crescita. Le stime elaborate da Fondazione Cariplo dipingono una città in cui, nel 2016, le risorse per l’erogazione di contributi di sostegno al reddito hanno raggiunto i 20,8 milioni a favore di 19.181 nuclei famigliari per un totale di 54.493 persone. Le famiglie con minori raggiunte sono 9.433, per un totale di 19.703 minori.
Fino a questo momento, il lavoro realizzato conferma che è possibile andare oltre le stime. Per la prima volta, grazie a un lavoro complesso che ha incrociato 21 database di altrettante misure pubbliche di trasferimento monetario, è possibile capire quante persone ricevono benefici e a quanto ammontano gli aiuti economici erogati. Il prossimo obiettivo sarà stabilire il numero di famiglie con minori in povertà assoluta che non ricevono trasferimenti pubblici, quindi maggiormente a rischio.
Realtà come Caritas Ambrosiana, Banco Alimentare e Fondazione Pellegrini stanno già lavorando affinché le tante risposte al fenomeno povertà date quotidianamente possano essere sistematizzate all’interno di una lettura condivisa del fenomeno. L’obiettivo è quello di creare una fotografia delle risposte alla povertà che le tante realtà concorrono a dare.
A cosa rinuncio
Analizzando i dati reddituali delle famiglie che nel 2016 hanno ricevuto un aiuto, abbiamo un’immagine evidente della povertà in città: circa il 90% dei nuclei familiari con minori raggiunti da almeno una misura è sotto la linea di povertà assoluta. Nello specifico, se prendiamo una famiglia con un solo genitore composta da un adulto e un minore, il reddito medio è di circa 4.800 euro lordi annui, mentre la soglia di povertà calcolata dall’Istat per la stessa tipologia di famiglia è di 12.800 euro annui. Un gap pari a circa 8.000 euro annui, che significa soprattutto mettere quel minore e quella famiglia in una condizione di rinuncia dell’essenziale, come un’adeguata alimentazione, l’accesso a cure di prevenzione e una più ampia possibilità di crescere dignitosamente. La situazione non cambia di molto se consideriamo una famiglia con due adulti e due minori: in questo caso il gap ammonta mediamente a 8.100 euro.
Alla luce di queste evidenze, per Fondazione Cariplo e per tutti i partner è fondamentale trovare delle modalità per aumentare la capacità di spesa delle famiglie, con una specifica attenzione ai bisogni dei più piccoli: guardare alla città con dei dati di riferimento, con la possibilità di leggere sia il bisogno che le risorse in campo, permetterà di costruire un sistema di risposte più efficace. Per il Programma significa avere una bussola per capire dove meglio indirizzare gli interventi.
Lavorare insieme: le azioni avviate
Dal 1°gennaio 2018 è attivo il Reddito di Inclusione (Rei) per le persone in povertà. Si tratta della prima misura strutturale di contrasto della povertà, la cui introduzione va sostenuta e accompagnata. Grazie all’analisi realizzata in questi mesi, è possibile ipotizzare che i potenziali beneficiari del Reddito di Inclusione sulla città di Milano immediatamente raggiungibili siano, guardando solo alle famiglie con minori che già ricevono un contributo, circa 6.600 nuclei. Una risposta tempestiva a queste famiglie potrebbe portare al miglioramento delle condizioni di vita per circa 12.500 minori.
Il Programma QuBì, tra i suoi assi di lavoro, intende facilitare la realizzazione concreta della misura nazionale, sostenere l’amministrazione pubblica e il terzo settore nel prendere in carico i minori e le loro famiglie in condizioni di povertà e costruire opportunità e percorsi di fuoriuscita dal bisogno. Grazie al lavoro di analisi dei dati, sarà possibile anche capire quali sono le aree della città che registrano un numero più alto di potenziali beneficiari e realizzare un lavoro specifico con i servizi e con le realtà territoriali.
La fotografia e l’analisi dei dati è la base della conoscenza per poter meglio indirizzare gli interventi. Fondazione Cariplo e i partner coinvolti sono consapevoli che non avere un reddito sufficiente ha delle conseguenze forti sul qui ed ora e che è necessario costruire risposte tempestive: QuBì è già attivo e ha finanziato l’apertura del primo Emporio Caritas nel quartiere Barona, la realizzazione di due hub di raccolta e redistribuzione degli eccessi di cibo alle realtà caritative del Banco Alimentare che servono due zone della città. Sempre da gennaio è attivo il progetto pensato da Fondazione Ernesto Pellegrini e Spazio Aperto Servizi che guarda al cibo, ma non solo, perché ridà la possibilità, ad alcuni capofamiglia di nuclei in povertà, di reinserirsi sul mercato del lavoro e, contemporaneamente, di avere per sé e per le proprie famiglie un alloggio temporaneo.
Chiamata all’azione
A queste iniziative già intraprese, seguiranno i progetti selezionati e finanziati dalla call cittadina “Al bando le povertà” che verrà lanciata nel mese di Aprile 2018 e che sarà rivolta a tutte le reti del terzo settore operanti sul territorio cittadino, con un focus sui quartieri cosiddetti “prioritari”. Il bando è pensato come uno strumento in più fasi: nella prima si raccoglieranno le adesioni e le idee del terzo settore. Seguirà un percorso di progettazione accompagnato con la partecipazione dei servizi sociali comunali e, in conclusione, QuBì finanzierà le proposte presentate dalle reti.