
In occasione del mese sacro del Ramadan, la Comunità di Sant’Egidio insieme con il Forum delle Religioni di Milano e le diverse comunità musulmane di Milano si ritroveranno insieme, mercoledì 7 giugno alle 20.45, presso la parrocchia di Santa Maria Incoronata (corso Garibaldi 116) per pregare gli uni accanto agli altri e mangiare insieme, festeggiando l’Iftar, la rottura quotidiana del digiuno.
In questo tempo difficile e violento, segnato anche di recente dagli attentati di Manchester e Londra in Gran Bretagna, Mynia in Egitto e Kabul in Afghanistan, gli organizzatori ribadiscono la necessità del dialogo e dell’incontro come unica strada per costruire città pacificate, più umane e solidali: «Questo mese, e questo incontro in particolare, sono un’occasione per vivere un senso di comunione e condivisione. Cristiani, musulmani e tutti i credenti debbono unirsi per non lasciare spazio alla violenza e a tutte le forme di estremismo, cercando nel profondo della propria tradizione di fede – tesa al raggiungimento della pace – quelle energie buone che possono unire genti diverse, riconciliare chi è distante, curare le ferite di società fragili e frammentate».
«Abbiamo bisogno di incontrarci perché è la mancanza di conoscenza e l’ignoranza che creano paure e impediscono la convivenza, fomentando radicalismi e populismi – sottolinea Giorgio Del Zanna, responsabile della Comunità di Sant’Egidio a Milano -. Come ha detto Papa Francesco incontrando al Tayyeb, il Grande Imam di al Azhar, in Egitto, l’unica alternativa alla civiltà dell’incontro è l’inciviltà dello scontro. Questo incontro vuole affermare con una sola voce che le religioni sono una forza di pace al servizio del bene di tutti e che ci vogliamo impegnare in un comune sforzo per rendere la città più umana e solidale, a cominciare da chi è più debole e solo. Con la preghiera e la condivisione, invitiamo a non innalzare muri, ma ad aprirsi all’accoglienza di quanti cercano qui un futuro migliore. Noi cristiani e musulmani – italiani ed europei – vogliamo dire concordi che è possibile costruire un futuro per il nostro continente nel pluralismo, nella solidarietà e nella pace».