A causa di un’azione di disturbo attuata da un gruppo di studenti che si riconoscono in diverse sigle associazionistiche, nel pomeriggio di martedì 26 novembre non ha potuto svolgersi presso una sede dell’Università Statale l’incontro «Accogliere la vita, storie di libere scelte», organizzato dalla lista di rappresentanza Obiettivo Studenti, autorizzato dalle autorità accademiche.
L’incontro era aperto a tutti gli studenti, i docenti, i ricercatori e i medici universitari e focalizzato su alcune testimonianze di donne che hanno liberamente accolto il figlio che cresceva in esse e con esse. Hanno così deciso di affrontare i problemi che la loro gravidanza presentava attraverso l’aiuto concreto e la condivisione solidale di chi avevano accanto con professionalità, amicizia e una simpatia per la vita che non si arrende a nessuna difficoltà, ma sa gettare lo sguardo ed il cuore oltre l’ostacolo. Un contributo per un dialogo ragionato con chi desidera riflettere – a partire dall’esperienza della donna e di chi la assiste e le è vicina durante la gestazione – sulla questione dell’accoglienza della vita umana nascente, non a partire da contrapposizioni astratte o ideologiche, ma dalla realtà narrata da protagoniste e testimoni.
Quanto accaduto a Città Studi ci rammarica e ci provoca.
Preti e laici, siamo impegnati quotidianamente negli atenei presenti nell’arcidiocesi di Milano – attraverso le cappellanie e i centri pastorali – a promuovere occasioni di incontro, di conoscenza e di amicizia tra le diverse componenti studentesche e accademiche, valorizzando ogni accento di verità scoperta, luce di bellezza intravista, e di libertà giocata in università da chiunque, anche se non ha avuto (ancora) la grazia di ascoltare la Parola di Dio e di vivere l’incontro con Cristo. Ci rattrista che iniziative libere e aperte come quella organizzata martedì scorso in Statale vengano impedite in nome della stessa libertà di pensiero e di azione che ha fatto nascere e vivere l’università, dalle sue origini ai giorni nostri, passando attraverso gli anni del fiorire dei movimenti studenteschi.
Come credenti nelle parole di Gesù «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8, 32), siamo incalzati da quanto accaduto a rendere più evidente – attraverso la presenza cristiana in università, semplice e desiderosa di incontrare tutti – che non vi è amicizia, passione per la donna e per l’uomo, accoglienza dell’altro che non ne veneri la libertà, onori i diritti, accolga le domande, tuteli le attese di vita. Desideriamo una università sempre più “laica”, cioè capace di dare spazio a ogni contributo positivo alla costruzione della cultura e della civiltà della vita, dell’amore e della pace. Per la missione dell’università, c’è bisogno del contributo di tutti. Continuiamo ad essere in università per questo.
Don Marco Cianci, Responsabile Consulta per la Pastorale Universitaria, e tutti i cappellani delle università nella diocesi di Milano