L’esortazione di papa Francesco Laudate Deum era attesa da molti fedeli, che aspettavano di conoscere quali aggiornamenti fossero necessari alla precedente enciclica Laudato si’. Tra questi c’è anche Gloria Mari, responsabile del Centro Nocetum.
Quali sono le sue prime impressioni?
«Mi viene da dire che forse ci voleva. Il testo è breve, ma essenziale: ci fa capire che tocca punti nodali per papa Francesco, che aveva già anticipato nella Laudato si’, ma poi si è reso conto che sono sfuggiti e quindi li ribadisce. Come dire che adesso non ci sono più scuse e bisogna tenerne conto. Immaginavo che avrebbe preso probabilmente questa piega, ma la mia impressione è positiva».
Forse è proprio per questo che afferma come sia impossibile negare i cambiamenti climatici nel 2023…
«Esatto. Il Pontefice sui cambiamenti climatici si era già espresso nell’enciclica Laudato si’. L’ha ripetuto più volte, ha fatto incontri e ha ripreso il testo in diversi appuntamenti, luoghi e ambiti. Tuttavia questo aspetto non è stato sufficientemente preso in considerazione. Quello che è interessante per me è che va a ribadire che non possiamo considerare l’uomo non inserito all’interno di un contesto allargato, all’interno dell’universo creato. Nelle motivazioni spirituali, il Papa fa un riferimento alla Genesi: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31). E al Vangelo: Gesù «poteva invitare gli altri ad essere attenti alla bellezza che c’è nel mondo, perché Egli stesso era in contatto continuo con la natura e le prestava un’attenzione piena di affetto e di stupore. Quando percorreva ogni angolo della sua terra, si fermava a contemplare la bellezza seminata dal Padre suo, e invitava i discepoli a cogliere nelle cose un messaggio divino». In questi passaggi fa capire come l’uomo non lo possiamo comprendere nella sua interezza se non all’interno di un universo creato da Dio. Secondo me questo è il passaggio fondamentale, perché all’interno della creazione ovviamente non posso pensare che io mi salvo e la creazione vedremo, altrimenti affogo anch’io. Tutti discorsi oltretutto già esplicitati anche nell’enciclica Fratelli tutti, quando afferma che siamo tutti sulla stessa barca».
Cosa si rischia lasciando inascoltate queste parole?
«Mandare alla malora il creato significa dire che non ci sarà più un ambiente vivibile per l’uomo, perché le temperature saranno eccessive e saremo soggetti a continue catastrofi. Ritengo essenziale insistere poi sul fatto che cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta significa isolare aspetti che nella realtà sono connessi. Bisogna partire da una base umana. Come referente di una comunità Laudato si’ insisterei molto sull’aspetto del camminare in comunione».