
In una città come Milano, trovare un appartamento in affitto sta diventando sempre più difficile. E lo è ancora di più quando si è giovani e stranieri. Caritas Ambrosiana promuove dunque il progetto «Casa tua… casa mia», per dare una speranza di futuro ai giovani giunti in Italia come minori non accompagnati, successivamente accolti nelle comunità gestite delle cooperative del sistema Caritas: giovani ormai maggiorenni, affidabili, con un lavoro. Ma che non trovano chi voglia affittare loro casa.
Il progetto si ripromette di individuare proprietari di appartamenti, a Milano e nell’hinterland, disponibili a concedere in affitto a prezzi equi i propri alloggi, in virtù di un accordo grazie al quale Caritas Ambrosiana offre garanzie, sia di natura economica sia sul versante dell’accompagnamento sociale dei giovani di origine straniera.
Il bacino d’utenza dei potenziali beneficiari del progetto è composto da circa 120 giovani arrivati in Italia come minori non accompagnati. Circa 80 di essi, ancora minorenni, ma prossimi alla maggiore età, risiedono in comunità gestite dalle cooperative del sistema Caritas. Gli altri 40, avendo raggiunto i 18 anni, sono ospiti di alcuni appartamenti di semiautonomia (nei quali hanno la supervisione di un educatore), e possono rimanervi per un tempo limitato, mentre portano a compimento il loro percorso di studio e di inserimento lavorativo.
Il problema sorge a valle di questo sistema, e rischia di vanificare positivi percorsi personali di formazione, ma anche di saturare una rete di accoglienza nella quale dovrebbe vigere un fisiologico ricambio. Il progetto «Casa tua… Casa mia» può costituire una valida e innovativa soluzione: verrà illustrato nel corso di un incontro pubblico, mercoledì 19 febbraio alle 18 nella sede di Caritas Ambrosiana (via San Bernardino 4, Milano), in cui verranno raccontate le difficoltà e gli scogli che impediscono a tanti giovani immigrati di realizzare il loro progetto di integrazione, nonostante siano titolari di un’occupazione sicura. Ma nell’incontro verrà presentata anche l’esperienza di un professionista milanese, che già collabora con Caritas, che insieme a una famiglia della sua parrocchia ha scelto di accogliere la proposta, mettendo a disposizione un appartamento di proprietà per alcuni dei giovani provenienti dalle comunità Caritas (vedi qui la locandina).
All’incontro interverranno Luciano Gualzetti (direttore Caritas), Matteo Zappa e Sara Oltolina (Area Minori della Caritas diocesana), e soprattutto gli avvocati Alberto Guariso e Roberto Dighera, ovvero i proprietari che hanno aderito al progetto. Nel loro caso, l’immobile è stato messo a disposizione del progetto in comodato gratuito: da alcuni mesi vi convivono tre giovani, originari di Egitto, Mali e Marocco.
Ma – come detto – Caritas ribadisce per i proprietari la possibilità di incamerare, attraverso il progetto, un affitto sicuro, ancorché calmierato, e soprattutto garantito da Caritas, sia in termini finanziari, sia riguardo alla possibilità di definire la durata dell’affitto sulla base delle esigenze del proprietario, sia riguardo all’accompagnamento sociale di cui i giovani affittuari continuerebbero a fruire, in attesa di raggiungere in futuro una definitiva autonomia.
«Con la nostra scelta – commenta l’avvocato Guariso – abbiamo guardato a una delle fasce sociali che manifesta maggiori bisogni. Ma la nostra iniziativa si inscrive in un impegno più ampio, perché le logiche con cui si cerca di assicurare il diritto all’abitare, a Milano e altrove, cambino complessivamente, e il bene-casa sia considerato anche in relazione alla funzione sociale che deve rivestire».