Costretti a tornare dai genitori a causa della crisi economica. Due giovani lombardi su tre vivono di nuovo con la famiglia di origine, dopo essere usciti di casa per motivi di studio o lavoro. Il dato emerge dal “Rapporto Giovani” dell’Istituto Toniolo, che ha coinvolto i giovani italiani tra i 18 e i 29 anni.
La famiglia rappresenta l’unica certezza di chi è diventato maggiorenne nel nuovo millennio. Una sicurezza che diventa vero e proprio ammortizzatore sociale. Il 10,1% delle giovani lombarde che hanno provato a vivere da sole sono state costrette a tornare da mamma e papà a causa delle difficoltà economiche. Un numero che scende all’8,2% se si considerano i coetanei maschi. «Soltanto offrendo una maggiore stabilità nel lavoro dei giovani è possibile renderli più liberi – commenta Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza -. Liberi di progettare il proprio futuro, liberi di mettere su famiglia, liberi di diventare cittadini maturi: persone che si assumono responsabilità e che in questo modo contribuiscono da protagonisti alla vita della comunità».
Rispetto al resto degli italiani, i lombardi lasciano la famiglia d’origine più per sentirsi indipendenti (16,4% contro 12,9%) che per motivi di studio (29,1% contro 35,9%). E per migliorare le proprie opportunità lavorative sono disposti anche a trasferirsi all’estero: 45,9% contro il 42% del dato nazionale. Anzi, nella nostra regione anche una quota di chi ha lavoro si dichiara disposto a trasferirsi oltreconfine. Una percentuale che si alza per chi ha un contratto a tempo determinato (42,4% in Lombardia contro il 38,2% in Italia) e che rimane rilevante anche per chi ha un lavoro stabile (circa 1 su 3). Rispetto alle generazioni precedenti, poi, più che procurare prestigio sociale la carriera è intesa come miglioramento della possibilità di auto-realizzazione e richiede impegno personale.
È molto sentito anche l’aspetto del reddito. Tra i giovani lombardi che hanno un lavoro, solo il 18,9% si dichiara pienamente soddisfatto, mentre il 16,6% lo è poco e il 2,7% per nulla. Ciò nonostante il 54,6% è generalmente soddisfatto della propria situazione finanziaria, contro il 49,2% dei coetanei fuori regione.