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Visita

Delpini all’Amsa: «Milano vi è grata per la cura che le riservate»

Nel complesso di via Olgettina incontro con i dirigenti e il personale dell’Azienda Milanese Servizi Ambientali: «Aiutate a considerare la città un luogo in cui sia desiderabile vivere»

di Annamaria BRACCINI

24 Giugno 2024
L'Arcivescovo visita gli impianti (© Fotogramma)

«Sono qui per dire grazie del vostro essenziale lavoro, che richiede professionalità, disponibilità per gli orari, attenzione e che solo un gruppo di persone fiere del loro impegno possono dispiegare. La città vi è grata: anche i cittadini che, talvolta, si esprimono con tante pretese e insofferenze di fronte a piccoli fastidi, trovano nel servizio che fate un modo per dire che la città funziona. Il mio è un attestato di gratitudine e di benedizione del Signore». Dice così l’Arcivescovo ai molti lavoratori (appena rientrati dal turno della prima mattina), riuniti all’aperto nella sede dell’Amsa, l’Azienda Milanese Servizi Ambientali, che fa parte del Gruppo A2A. L’Azienda conta 3300 dipendenti che tengono pulita Milano e altri 16 Comuni dell’hinterland, in un’area di 372 kmq, dove vivono e/o lavorano 1,81 milioni di persone. Quattro i dipartimenti operativi: Silla, Primaticcio, Zama e Olgettina, 1364 i mezzi.

Una realtà moderna con lavoratori particolarmente motivati, nota l’amministratore delegato Marcello Milani che con i presidenti di A2A Roberto Tasca e di Amsa Carlotta Ventura, e il responsabile del Servizio diocesano di Pastorale sociale e del Lavoro don Nazario Costante, accompagna l’Arcivescovo in diverse zone dell’ampio complesso di via Olgettina. In primis, nella Sala operativa con i grandi monitor da cui si controlla il servizio dei mezzi e piazza del Duomo, simbolo di quella Milano che è la città con il più alto utilizzo di raccolta differenziata, avendo raggiunto il 62% di questa raccolta (nel 2023 sono state raccolte circa 630.000 tonnellate di rifiuti) e confermandosi così al primo posto in Europa tra le metropoli con popolazione superiore al milione di abitanti. Un fiore all’occhiello dell’Azienda, visitata da molte delegazioni straniere, che, specie dopo il Covid, ha visto mutare molto le abitudini della metropoli. Tutti i rifiuti urbani raccolti a Milano da Amsa sono avviati a riciclo o a recupero, evitando la discarica. «Siamo fieri di ciò che facciamo e soprattutto della sensibilizzazione per la raccolta differenziata che mettiamo in campo anche nelle scuole dove, talvolta, i nostri stessi operatori, parlando le loro lingue di origine, spiegano cosa sia ai ragazzi perché lo dicano ai genitori», dice Milani.

All’esterno del complesso di via Olgettina (Agenzia Fotogramma)

Un’iniziativa bella, cosi come quella che Amsa sia “entrata”, per così dire, anche in carcere a Bollate, dove 10 detenuti (arriveranno presto a 15) si occupano dello smontaggio di componenti elettronici guadagnando un certificato che li aiuterà a trovare lavoro una volta scontata la pena. È in progetto di coinvolgere anche il Beccaria. Inoltre Amsa offre anche corsi di lingua italiana e per ottenere la patente (requisiti essenziali per i dipendenti) a profughi che, altrimenti, non potrebbero accedere all’occupazione in Azienda: una iniziativa che ha fruttato un premio delle Nazioni Unite. Poi, la visita prosegue nel call center e nella grande officina, dove si riparano i mezzi: ce n’è una per ogni dipartimento operativo.

Infine il breve intervento dell’Arcivescovo: «Il rapporto con l’ambiente sta evolvendosi secondo la sensibilità contemporanea, ma è molto diversificato tra i due estremi: l’uno dove l’ambiente è quasi sacralizzato e l’uomo sembra un disturbo; l’altro in cui non c’è nessuna cura per le cose e la casa, il verde, l’aria. Abbiamo tutti, quindi, una responsabilità formativa, dobbiamo creare una mentalità per cui la città sia considerata nostra e dobbiamo prendercene cura. Abbiamo riconoscenza anche per chi si prende cura degli aspetti più scomodi: vi siamo grati e vogliamo incoraggiarvi a cogliere ogni risorsa che la tecnologia può offrire».

L’Arcivescovo con i dirigenti di Amsa e A2A (Agenzia Fotogramma)

Dopo la lettura di un brano della Laudato si’ e di Genesi 2, 4-15 e prima della benedizione, arriva un’ultima osservazione dell’Arcivescovo: «Le parole di papa Francesco ci parlano della città contemporanea, considerando con realismo situazioni di degrado e le diseguaglianze che condannano molti al disagio o perfino all’abbrutimento. Il Libro della Genesi ci parla del giardino dell’Eden. Dobbiamo decidere da che parte stare: dalla parte del sogno di Dio o di chi depreda la terra per un benessere momentaneo? Noi stiamo con Dio e voi aiutate a considerare la città non un patrimonio da depredare, ma come un luogo in cui sia desiderabile vivere. Il vostro non sia solo un lavoro, ma un guardare in alto sentendosi fieri di operare per il bene comune».