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Emergenze

De Facci: «Tossicodipendenze, occorre una cultura della prevenzione»

Il presidente della cooperativa Lotta contro l'emarginazione commenta i dati dell'ultima Relazione annuale al Parlamento: si abbassa l'età dei consumatori, aumenta la combinazione tra sostanze diverse (tra le quali le Nps) e dagli Usa arriva il pericolo-Fentanyl

28 Giugno 2024

Nello scenario tracciato dalla relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze in Italia, il rapporto del 2024 ha permesso di osservare un graduale rimodellamento delle abitudini dei consumatori di sostanze stupefacenti.

Il rapporto si focalizza anche sui rischi correlati alle fasce giovanili che, secondo i dati, entrano in contatto con le sostanze tra i 15 e i 19 anni con maggiore frequenza rispetto al passato. Non sempre conoscendo i rischi a cui si va incontro, come sottolinea Riccardo De Facci, presidente della cooperativa Lotta contro l’emarginazione, consigliere nazionale del Cnca e delegato per il lavoro con il Dipartimento delle politiche antidroga: «Al di là degli estremi ideologici, i dati confermano la diffusione del consumo giovanile. Un terzo dei ragazzi delle scuole medie superiori dichiara di aver consumato cannabis: è un fenomeno in linea con i trend degli ultimi anni, ma che comincia a segnalare alcuni picchi, soprattutto dopo il periodo della pandemia».

Giovani policonsumatori

Oltre a dover fare i conti con le sostanze, gli operatori del settore registrano in parallelo un aumento dei consumi di alcol, che comportano non tanto casi di dipendenza, ma forti alterazioni di sé, in alcuni momenti anche estremamente significative. «Questi episodi sono diventati la norma – prosegue De Facci -.  È necessaria una riflessione su quali interventi proporre, perché il mero giudizio morale che le sostanze sono pericolose non è sufficiente. Occorre avviare una cultura di prevenzione da questi atteggiamenti di consumo diffusi. Perché, se quando entro in una terza superiore, almeno un terzo delle persone ha già sperimentato un consumo, devo iniziare a confrontarmi anche con quel tipo di atteggiamento».

Riccardo De Facci

Un altro aspetto critico è l’uso di psicofarmaci tra i giovani. De Facci afferma che uno su sei tra le ragazze e uno su otto tra i ragazzi li assume. La disponibilità dei medicinali spesso proviene dall’armadietto di casa, provocando una combinazione di cannabis, alcol e psicofarmaci che riflette una crescente intermediazione chimica tra le percezioni dei giovani e le loro risposte alla realtà. De Facci rileva come questa situazione sia spesso sottovalutata, rischiando addirittura di non essere riconosciuta come problematica: «Il timore è che queste abitudini compiano il passaggio da consumi collettivi a individuali. Il gesto di farsi una canna al mattino prima di andare a scuola segnala un uso strumentale delle sostanze per affrontare la giornata. Questo tipo di consumo non è una dipendenza, ma presenta comunque tratti problematici che necessitano di intervento».

La circolazione delle Nps

Un secondo livello di attenzione deriva dalle nuove possibilità di reperimento delle sostanze, spesso tramite il Dark Web, che rende difficile ogni forma di controllo e intervento. La piattaforma è anche uno dei principali mercati di distribuzione delle nuove sostanze psicoattive (Nps), le cui composizioni molecolari sono continuamente aggiornate per far sì che sfuggano ai paletti della legge. «L’Europa ha segnalato oltre mille nuove sostanze negli ultimi dieci anni – spiega De Facci -. Questo include vari tipi di sostanze, come metanfetamine, sali da bagno con effetti simili ai cannabinoidi, oppiacei e altri eccitanti chimici. Queste sostanze spesso hanno composizioni poco conosciute e possono essere molto più potenti rispetto alle droghe tradizionali, aumentando così i rischi associati al loro consumo».

Rispetto alle sostanze tradizionali, le Nps possono circolare con maggiore velocità e libertà sul mercato, anche a causa dei ritardi strutturali del sistema legislativo nel classificarle come droghe: un processo che può richiedere fino a sei mesi, durante i quali queste sostanze circolano liberamente, rendendo difficile il controllo e la prevenzione.

I rischi del Fentanyl

Una terza area riguarda le dipendenze croniche e il Fentanyl, un oppioide dieci volte più forte rispetto alle versioni più comuni. La sua pericolosità è già nota da tempo in America, dove ha causato migliaia di decessi per overdose. Un tema diventato tanto rilevante da essere oggetto di discussioni internazionali, soprattutto negli incontri tra Stati Uniti e Cina. In Italia sono stati già segnalati alcuni casi di overdose mortali, specialmente in città come Bologna e Torino.

De Facci tuttavia sottolinea come attualmente il pericolo-Fentanyl da noi non sia ancora paragonabile a quanto avviene oltreoceano: «Il rischio più plausibile è che possa essere utilizzato per potenziare gli oppioidi venduti illegalmente, dato il suo basso costo e l’elevata efficacia. Tuttavia il mercato oggi preferisce mantenere una cronica dipendenza da eroina per evitare le overdose, che comprometterebbero la clientela».

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