Solo cambiando punti di vista i problemi diventano opportunità.
Parte da una storia di inclusione il progetto realizzato ad hoc per una donna non vedente che lavora all’interno di un’azienda pubblica di Milano, ma che potrebbe essere esteso a qualunque azienda al cui interno lavorino persone cieche o ipovedenti per superare tutte le barriere architettoniche “digitali”. Si tratta di The Guide Project, una piattaforma digitale inclusiva accessibile ai lavoratori non vedenti, realizzata da Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, Deloitte Digital e Salesforce, che hanno messo insieme tecnologia e relazioni umane per progettare, programmare e realizzare una versione su misura di una delle più efficienti piattaforme digitali.
«Noi ciechi abbiamo vinto sfide che sembravano impossibili, ma oggi abbiamo ancora una barriera che dobbiamo abbattere. Io sono riuscita a diventare campionessa italiana paralimpica nel tiro con l’arco, ma sono ancora tanti gli obiettivi da raggiungere. Abbiamo infatti ancora una barriera importante che dobbiamo abbattere, quella dell’integrazione completa nel mondo del lavoro», racconta Barbara Contini, 45 anni, che gestisce il servizio di pronto intervento per emergenze idriche. È lei la protagonista di una storia di integrazione di successo, che l’ha portata, insieme alla sua azienda e a tecnici specializzati, a realizzare un progetto per superare quelle barriere fatte di stereotipi e a volte veri e propri pregiudizi, che spesso portano a escludere le persone con disabilità dal mondo del lavoro. «Di solito le aziende pensano che un non vedente o un ipovedente sia semplicemente un numero e non una risorsa: non è affatto così».
Superare gli stereotipi
«Il superamento dello stereotipo è il nostro obiettivo – sottolinea Rodolfo Masto, Presidente della Fondazione Istituto dei Ciechi Milano -, nel senso che oggi le persone che non vedono possono raggiungere i più alti gradi anche di preparazione, ma spesso nonostante delle carriere universitarie brillanti il mondo del lavoro fa ancora fatica a credere in queste persone. Se io supero lo stereotipo mi pongo nelle condizioni di permettere alla persona che assumo di mettere tutto se stesso. Per cui io giocherei il futuro su questa simbiosi mutualistica: una società più responsabile nei confronti delle persone con disabilità, delle persone non vedenti e poi una tecnologia che permetta l’espletamento di alcune pratiche anche di carattere complesso».
«Per le persone cieche, lavorare non dovrebbe essere un’impresa – spiega Michele Tessera, Chief information officer di Gruppo Cap -. Per questo abbiamo voluto creare qualcosa di veramente nuovo. Un progetto importante tanto per le persone cieche, che potranno confrontarsi con nuove possibilità e opportunità professionali, ma anche per le aziende stesse, che altrimenti rischierebbero di perdersi il loro talento e il loro potenziale. Spero che quanto abbiamo fatto possa essere d’ispirazione per tante altre società».
I numeri in Italia
Il progetto è raccontato in un documentario presentato in occasione della Giornata mondiale delle disabilità in forma accessibile a persone cieche e sorde. Secondo i più recenti dati Istat, nel 2019 in Italia le persone con disabilità erano 3 milioni e 150 mila, il 5,2% della popolazione, di cui circa 2 milioni di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Di questi, risulta occupato solo il 32,2% di coloro che soffrono di limitazioni gravi, contro il 59,8% delle persone senza limitazioni. Le persone cieche assolute o parziali sono più di 122 mila e il loro tasso di disoccupazione è del 70%, contro il 10,5 della media nazionale. L’obiettivo di The Guide Project è quello di dimostrare che, attraverso investimenti, innovazione e tecnologia, è possibile cambiare il punto di vista del mondo del lavoro rispetto alle persone affette da disabilità.