Sabato 27 luglio, con inizio alle 17.20. presso l’Istituto Leone XIII di Milano, Fe y Alegria (Fede e Gioia) – movimento di educazione popolare e promozione sociale promosso in 22 Paesi dalla Compagnia di Gesù, ospitato e supportato dalla storica istituzione gesuita milanese – consegnerà i diplomi di scuola superiore a 28 latino-americani immigrati in Italia, che finalmente potranno disporre di un titolo che permetterà loro di proseguire gli studi all’università e quindi di coltivare il sogno di laurearsi. L’ingresso alla cerimonia è libero.
Oltre vent’anni fa le sorelle Pilar e Narcisa Soria e i padri gesuiti Valentín Menendez e Gerardo Arango incontrarono a Roma un gruppo di giovani e adulti latino-americani, desiderosi di imparare e ai quali mancavano pochi anni per conseguire il diploma di scuola superiore. Gli adulti non potevano studiare a causa degli impegni lavorativi e familiari, mentre molti giovani, pur ottimamente inseriti a scuola, spesso abbandonavano a causa di episodi di bullismo. Si creò così un gruppo nel quale alcuni insegnanti (anch’essi latino-americani immigrati) nel loro tempo libero aiutavano i connazionali nello studio. Rimaneva però il problema dell’accesso agli esami per ottenere un titolo riconosciuto. Così nacque il progetto denominato Fe y Alegria Italia, formato da tre cooperative sociali operative a Milano, Genova e Roma. Tra i frutti, la scuola Irfeyal (Fondazione Istituto Radiofonico Fe y Alegria) che lavora da più di 18 anni contro la dispersione scolastica di giovani e adulti. Nella sola sede milanese, dal 2001, oltre 400 giovani e adulti migranti di dodici nazionalità diverse hanno completato gli studi e ottenuto un titolo di scuola superiore che ha permesso loro di accedere a corsi universitari italiani e stranieri. A Milano Fe y Alegria è divenuta nel tempo un punto di riferimento per la comunità migrante latino-americana e un artefice del recupero dei migranti.
In Fe y Alegria la formazione accademica si affianca a quella umana: giovani e adulti – che spesso hanno alle spalle un complesso vissuto personale – vengono accompagnati nel processo d’integrazione e di valorizzazione delle proprie identità all’interno delle varie realtà d’accoglienza. Le loro storie sono diverse, ma sovente producono esiti soddisfacenti: Ismael, per esempio, ha creato un’agenzia viaggi per il Sudamerica; Melizza studia per diventare avvocato per «aiutare gli altri, così che non soffrano le ingiustizie che ho sofferto io»; Marco, neo imprenditore dell’e-commerce, ha creato un’azienda di prodotti sviluppati da comunità disagiate; altri ancora sono infermieri, informatici, intermediatori culturali… Tutti ben consapevoli dell’impegno profuso e grati di aver trovato qualcuno che abbia creduto in loro.
Durante l’ultimo incontro con la Federazione Internazionale Fe y Alegria, papa Francesco ha sottolineato la «Mistica d’inclusione» del movimento, in assoluta controtendenza rispetto a una società che tende a escludere. La missione di Fe y Alegria è appunto quella di lavorare per un’educazione inclusiva, equa e di qualità, che trasformi la persona e la società.