A Lecco da alcuni anni è attivo il Distretto della Riabilitazione, iniziativa a cui Fondazione Cariplo e Regione Lombardia hanno contribuito con 8.050.000 euro e che ha messo in rete i centri di eccellenza del territorio per rispondere alle necessità delle persone che si trovano ad affrontare il percorso di riabilitazione, dopo traumi o malattie: apparecchiature ortopediche futuristiche, realtà virtuale, materiali multifunzionali e biomateriali, sistemi elettronici e sensoristici, sistemi di controllo e comunicazione e dispositivi robotici consentono alle persone di recuperare gran parte delle funzionalità.
Strumenti e competenze
Il Progetto Empatia@Lecco, avviato nel 2017, è il terzo capitolo del progetto più ampio del Distretto che mette al centro la riabilitazione neuromuscolare; prevede azioni di innovazione tecnologica finalizzate all’empowerment del paziente, con sviluppo di prototipi di dispositivi e metodi di valutazione innovativi. Oggi a Lecco sono stati presentati i risultati.
Vi ha contribuito in modo fondamentale anche la Regione Lombardia. Il tutto con il preziosissimo apporto del Sistema Lecco i cui attori hanno sviluppato negli anni numerose competenze tra cui:
- sviluppo di ortesi multimateriale avanzate e di materiali compositi a base di leghe SMA;
- sviluppo di sistemi robotici sensorizzati per la neuroriabilitazione;
- smorzatori miniaturizzati per ausili alla persona;
- materiali cellulari per componenti robotici e ortesici e di nuovi materiali per il controllo dell’interfaccia dispostivi-corpo umano.
Le realtà coinvolte
Il progetto si è sviluppato grazie ad un’ampia collaborazione di organizzazioni che vede Univerlecco come capofila e coinvolge:
- Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano: Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Dipartimento di Design, Dipartimento di Fisica, Dipartimento di Meccanica, Dipartimento di Ingegneria Gestionale
- Polo CNR a Lecco
- IRCCS “Eugenio Medea”, Sezione Scientifica dell’Ass.ne La Nostra Famiglia di Bosisio Parini
- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico INRCA sede di Casatenovo
- Fondazione Valduce, Ospedale Valduce, Centro di Riabilitazione “Villa Beretta” di Costa Masnaga
- Agenzia di Tutela della Salute (ATS) Brianza
- Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Lecco
Tasselli di un mosaico
«Il Distretto della Riabilitazione e in particolare il progetto Empatia rappresentano l’esempio concreto di come operare insieme porta a moltiplicare risultati e raggiungere obiettivi che vanno a vantaggio di chi ha bisogno di aiuto – ha detto Vico Valassi, presidente di Univerlecco -. Serve una regia per tenere uniti e coordinare molti attori, ma l’apporto che ciascuno può offrire si colloca come un tassello fondamentale nel mosaico. Il valore più grande lo possiamo trovare nei grandi benefici e progressi che hanno potuto ottenere le persone che si sono rivolte ai centri del territorio. Molte di loro partivano da situazioni molto complesse e difficili. Hanno mostrato una incredibile forza di volontà, fondamentale per poter cogliere il vantaggio offerto dagli ausili tecnologici e dal supporto degli operatori».
Investire sul capitale umano
«L’esperienza del Distretto della Riabilitazione ci dimostra oggi che lavorare su priorità condivise permette nel tempo di generare un valore tangibile per la vita delle persone e dei territori – ha sottolineato Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo -. Investire sulle competenze e sul capitale umano, ha permesso la costruzione di un polo di eccellenza in ambito life science, che amplifica le potenzialità della ricerca scientifica, stimola la crescita del territorio e soprattutto consente di immaginare soluzioni che fanno la differenza nelle prospettive di vita delle persone che si trovano ad affrontare problemi di salute. Oggi il progetto mette a disposizione una rete e una tecnologia al servizio di persone che hanno subito traumi e limitazioni dovute alla malattia aggiungendo un elemento fondamentale: la possibilità di fruire di una riabilitazione d’avanguardia all’interno delle mura domestiche, supportati dai propri familiari, per accompagnare la riconquista dell’indipendenza o del recupero delle funzionalità perdute».