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Sirio 15 - 21 luglio 2024
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Sindacati

Cisl Lombardia: «Bene l’aumento dell’occupazione, ma attenzione ad alcuni segnali preoccupanti»

Il mercato del lavoro in regione registra una crescita quantitativa e qualitativa, ma rimane uno zoccolo duro di inattività e si inizia a ricorrere alla cassa integrazione

12 Gennaio 2024

In crescita l’occupazione in Lombardia. A commentare la fotografia scattata dall’Osservatorio economico di Unioncamere Lombardia è Enzo Mesagna, segretario regionale CISL Lombardia: «I dati diffusi da Unioncamere Lombardia relativamente al terzo trimestre 2023 sono positivi, con un incremento di forza lavoro del 2,2%, che equivale a circa 100 mila posti di lavoro in più in Lombardia – spiega Mesagna -. Un segnale importante che ha due declinazioni: la prima quantitativa, con un’occupazione che cresce in termini numerici soprattutto tra le donne e nel settore dei servizi, con punte nel commercio e turismo a significare un cambio del tessuto produttivo della Lombardia. Il secondo aspetto riguarda la crescita qualitativa: aumentano infatti i contratti a tempo indeterminato, figli anche delle trasformazioni avvenute nel corso del 2023 con passaggi da tempo determinato a indeterminato. Questa stabilità dell’occupazione non può fare che bene alla nostra regione, ai lavoratori e alle lavoratrici in primis, ma all’intero sistema economico. Sistema in cui, come anticipato, assistiamo a un cambiamento del tessuto produttivo in corso ormai da qualche tempo: le grandi imprese storiche hanno chiuso o stanno cambiando pelle, lasciando ampio spazio ai servizi – commercio, turismo, logistica, servizi alla persona – che stanno assumendo dimensioni importanti. Oggi c’è sempre più bisogno di persone che lavorino nei servizi, pensiamo solo all’invecchiamento della popolazione, che necessita di una serie di attenzioni che prima non c’erano o erano in capo esclusivamente alla famiglia. Nella logistica oggi l’e-commerce sta spopolando con relativa spinta alla dimensione occupazionale. Infine il turismo: le stagioni si stanno allungando e la presenza turistica non è più limitata a pochi mesi l’anno anche nella nostra regione. Tutto ciò è ben visibile sia nell’aumento dei dipendenti del settore, sia nella crescita del tasso di occupazione femminile».

Tra i dati più negativi, invece, il persistere del mismatch tra domanda e offerta e il ricorso alla cassa integrazione: «Accanto a un mercato del lavoro che aumenta nei numeri, con una continua ricerca di personale da parte delle imprese – prosegue Mesagna -, persiste uno zoccolo duro di inattività, composto prevalentemente da giovani, i cosiddetti Neet, e di donne che continuano a restare escluse da mondo lavoro. Questo è un problema che dobbiamo aggredire affinché l’incontro tra domanda e offerta possa raggiungere livelli che tutti auspichiamo. La crisi demografica ha ricadute importanti in questa dinamica: stanno diminuendo i lavoratori e le imprese faticano e faticheranno sempre più a reperire manodopera e professionalità. Dobbiamo continuare a promuovere insieme a Regione Lombardia azioni mirate affinché si possa favorire l’accesso di queste persone nel mondo del lavoro anche attraverso percorsi formativi rivolti ad accrescere le competenze dei lavoratori e delle lavoratrici proprio per facilitare l’incontro tra domanda e offerta».

«Per quanto riguarda la cassa integrazione – conclude il segretario -, purtroppo verso la fine dello scorso anno abbiamo iniziato a lamentare l’aumento di ore di cassa integrazione ordinaria, un segnale negativo che ci fa preoccupare per il 2024. La situazione di incertezza di politica e economia internazionale – pensiamo alle due guerre in corso – stanno portando le imprese a rallentare i processi di investimento che avevano messo in conto. Sicuramente l’aumento del costo del denaro ha favorito questo processo di rallentamento, con il risultato che in questa fase abbiamo aumenti di ore di cassa integrazione ordinaria, quindi per ora una crisi non strutturale, ma legata al calo degli ordinativi e alla situazione contingente. Temiamo che questo processo possa svilupparsi ulteriormente in senso negativo, arrivando anche a un aumento della cassa integrazione straordinaria, segnale di una crisi più profonda».