Arriva in Lombardia “Un pasto al giorno”: il 22 e 23 settembre oltre 3 mila volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23), fondata da don Oreste Benzi nel 1968, saranno nelle piazze di tutta Italia con un evento solidale per dare sostegno a chi soffre la fame. Nel corso dell’evento, in cambio di un’offerta libera, si potrà ricevere il secondo volume di “#iosprecozero”, un libro – stampato su carta 100% riciclata – in cui viene esplorata la sostenibilità dal punto di vista della quotidianità e dei comportamenti che ciascuno può adottare: dalla gestione del cibo, ovviamente, a un giusto utilizzo degli oggetti e delle risorse naturali, da quello del tempo fino al valore dato alla vita nel suo complesso, la propria e quella degli altri.
L’obiettivo del libro è di incrementare la consapevolezza condivisa sui temi della sostenibilità, sensibilizzando gli italiani sull’importanza di modificare i propri comportamenti, con piccoli accorgimenti da tenere nella vita di ogni giorno: una sfida che ci colpisce a livello etico e politico, poiché implica che le dinamiche economiche e sociali siano compatibili con il miglioramento delle condizioni di vita di tutti, incluse le generazioni future, e con la capacità delle risorse naturali di riprodursi in maniera infinita. Fare scelte sostenibili significa oggi sintonizzarsi con un cambiamento globale che sta sviluppando una nuova coscienza collettiva. Don Oreste Benzi, di cui lo scorso anno si sono ricordati i 10 anni dalla scomparsa, aveva ben chiara questa esigenza, e così la descriveva: «Ci crediamo i padroni dell’universo, abbiamo perso il concetto che ciò che abbiamo è di tutti e che ognuno deve prenderne solo per una parte». E andava ben oltre, sostenendo che «l’umanità non può più aspettare, l’attuale equilibrio è l’equilibrio del più forte sul più debole. Oltre che a essere terribilmente ingiusto, non potrà reggere».
Grazie alle donazioni raccolte nel corso dell’evento, la Comunità Papa Giovanni XXIII, che celebra quest’anno i suoi primi 50 anni di attività, potrà continuare a garantire i 7 milioni e mezzo di pasti che ogni anno assicura alle 5 mila persone accolte nelle sue oltre 500 strutture in tutto il mondo. La Apg23, piatto dopo piatto, affronta ogni giorno una sfida gravosa contro la malnutrizione e la morte per fame, assieme ai tanti interventi con cui dà sostegno a chi ha bisogno di non essere lasciato solo.
La via per riparare l’ingiustizia della povertà e rimuovere le cause che la provocano è la condivisione e l’incontro con l’altro. «Ti viene chiesto di incontrarti con chi ha fame, non di aiutarlo per procura – diceva don Benzi -. Bisogna che impari anche tu cosa vuol dire essere affamato, e lo impari solo dividendo il pane con lui, facendolo entrare in casa tua». Con la sua azione in tutto il mondo, la Apg23 continua giorno dopo giorno a dare seguito a questo insegnamento. Con le sue Unità di Strada, la Comunità offre generi di prima necessità e conforto ai senza fissa dimora in molte città italiane; grazie alle sue Capanne di Betlemme (case di pronta accoglienza serale e notturna per senza dimora) e con le sue Mense di Strada fornisce oltre 116 mila pasti ogni anno in tutto il Paese. Con le sue oltre 300 realtà di accoglienza sparse per tutto lo Stivale, la Comunità Papa Giovanni XXIII dà accoglienza, sostegno e calore familiare a più di 3.800 persone in difficoltà. Le Capanne di Betlemme di Tirana, Atene e Yacuiba (Bolivia) e la Mense di Strada attive a Santiago del Cile, La Paz e Volgograd (Russia) garantiscono annualmente più di 127 mila pasti. A queste si aggiungono i centri nutrizionali in Africa e nei Paesi più poveri del mondo.
È anche a sostegno di queste iniziative che verranno impiegati i proventi dell’evento “Un pasto al giorno”. «Il beneficio che viene da questa iniziativa è enorme e le donazioni che tante persone scelgono di affidare a tutti noi della Comunità Papa Giovanni XXIII ci permettono di continuare a dare risposte a chi chiede aiuto perché in difficoltà – spiega il presidente della Apg23, Giovanni Ramonda -. La fame nel mondo è un’ingiustizia che va sanata con una proposta positiva, scegliendo di non sprecare più e condividendo i beni per aiutare e dare da mangiare a chi sta morendo di fame. Ed è questo quello che facciamo ogni giorno, da 50 anni esatti, proseguendo il lavoro iniziato da don Oreste Benzi».
Fu proprio don Benzi, infatti, a ideare “Un pasto al giorno” dopo essersi reso conto che per garantire l’alimentazione giornaliera di una persona malnutrita bastavano appena 10 mila lire al mese (equivalenti oggi a 15 euro). «Oggi più che mai è necessario restituire al cibo il suo giusto valore, trattandolo come un dono di cui noi abbiamo il privilegio di godere, mentre la maggior parte delle persone, nel mondo ma anche nell’appartamento accanto al nostro, è costretta a chiedere aiuto. Tutti noi possiamo contribuire a costruire un futuro più giusto e più equo, a partire da oggi – aggiunge Ramonda -. Lo scorso anno l’impegno di volontari e membri della Comunità ha permesso di raccogliere quasi 385 mila euro in donazioni. Quest’anno vogliamo fare ancora di più”.
Info: www.unpastoalgiorno.org