A trent’anni dalla nascita di Casa Letizia, comunità-alloggio di Milano che accoglie mamme e bambini, il Cav (Centro di Aiuto alla Vita Ambrosiano) e il Fav (Federazione Ambrosiana), desiderano riflettere insieme alle istituzioni, agli operatori e agli amici, sull’evoluzione e il significato attuale dell’accoglienza madre/bambino, alla ricerca di punti critici e punti di forza.
L’occasione è offerta da un convegno, in programma per venerdì 16 novembre alle 9 (Piazza San Giorgio 2 a Milano), indirizzato a operatori che, a diverso titolo, sono interessati ai percorsi di sostegno in favore di nuclei madre/minori, in contesto di tutela del minore e/o di sostegno a nuclei fragili. Con l’aiuto di esperti, si metteranno a fuoco aspetti giuridici, pedagogicoeducativi e di intervento di servizio sociale, così come si sono strutturati nella prassi, focalizzando l’attenzione su criticità, punti di forza e prospettive.
Dopo i saluti istituzionali e l’introduzione ai lavori a cura di Mario Opreni – Presidente della Fondazione Ambrosiana per la Vita, interverranno:
– alle 10: Giuseppe Del Giudice, Assistente sociale specialista su «Il rapporto e l’apporto dei Servizi Sociali con le comunità di accoglienza,nei progetti di sostegno a nucleimadre/minori
– alle 11.00: Silvio Premoli, ricercatore in Pedagogia generale e sociale, Università Cattolica di Milano su «L’accoglienza mamma/bambini nel sistema del Child and Family Welfare:
supporto genitoriale, tutela dei minori e pratiche educative
– alle 12: Maria Grazia Dinella, avvocato, curatore su «Il Diritto alla relazione: il recupero del ruolo genitoriale nel percorso di accoglienza del nucleo madre/minore
Nel pomeriggio, alle 14, si terrà una tavola rotonda sulle esperienze di alcune realtà d’accoglienza, moderata Paola Canni, supervisore pedagogico del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca.
La storia di Casa Letizia inizia nel contesto associativo del Centro Ambrosiano di Aiuto alla Vita, a sostegno della vita nascente. Nell’esperienza quotidiana delle volontarie, emergeva il bisogno di tante donne di essere accompagnate in un percorso di riappropriazione della vita, di conferma dell’identità di persona e di madre, messa a dura prova da relazioni complesse, difficoltà sociali, economiche, violenza intrafamiliare. Eventi che spesso provocavano la disgregazione del nucleo familiare.
La rottura dei legami familiari incideva anche sulla relazione tra le madri e i loro figli. La risposta istituzionale prioritaria era l’allontanamento e il collocamento dei minori in struttura comunitaria. Alla disgregazione del nucleo familiare si aggiungeva la rottura di legami fondamentali per i bambini.
Casa Letizia è nata dunque come luogo, per le donne e i loro figli, in cui fermarsi a riflettere, ripensare al proprio percorso di vita, riparare in un porto sicuro; in cui essere
sostenute da una solida rete di relazioni, con l’obiettivo di confermare la donna nella propria identità di persona, con capacità e risorse. Prima di tutto donna e poi anche madre, con il desiderio di ricostruire un progetto per se e per i figli.