Link: https://www.chiesadimilano.it/news/milano-lombardia/cari-visitatori-cosa-chiedete-a-expo-2-145516.html
Sirio 18 - 24 novembre 2024
Share

Verso il 2015

Cari visitatori, cosa chiedete a Expo?

Un’indagine sulle aspettative di turisti italiani e stranieri attesi in città per l’Esposizione: la prima attrazione è rappresentata dagli aspetti del buon vivere che il nostro Paese offre

di Claudio URBANO

29 Maggio 2014

A Milano grandi manifesti pubblicitari invitano a mettersi a tavola con milioni di persone. Dibattiti, incontri e anche il conto alla rovescia sono già iniziati da tempo. Ma chi potrebbe dire, fin d’ora, come sarà l’Expo 2015?

Una prima indicazione su cosa avverrà viene dal mondo delle imprese, che dovranno intercettare l’attenzione dei 20 milioni di visitatori previsti. Così, nello stesso giorno in cui all’Ispi (Istituto di studi per la politica internazionale) è stato presentato il Protocollo di Milano contro lo spreco alimentare, la malnutrizione e per l’agricoltura sostenibile (che si intende sottoporre alla firma di tutti i Paesi partecipanti a Expo), in un altro convegno organizzato dalla Fiera di Milano si spiegava alle aziende quali sono e come intercettare le aspettative di chi verrà in città tra un anno.

Si scopre così che, in una scala di interessi, e di valori, planetaria, l’aspetto del cibo sarà sì centrale, ma non l’unico, e che turisti italiani e stranieri vorranno partecipare soprattutto a un evento irripetibile, attratti in primo luogo dagli aspetti del buon vivere che l’Italia può offrire. I visitatori italiani – se ne attendono circa 14 milioni – si muoveranno principalmente per il carattere globale dell’evento, andando alla ricerca di tutti gli aspetti culturali legati al cibo, dalla socialità al benessere. Ad attrarre sarà anche la possibilità di provare, in un unico posto e praticamente in tempo reale, tutte le specialità culinarie del mondo. Del resto – come sottolinea il coordinatore dei Tavoli Expo della Camera di Commercio di Milano Giacomo Biraghi, che ha «il compito istituzionale di aiutare le imprese a predisporre strategie vincenti» in vista dell’Esposizione – il sito espositivo offrirà attrazioni (ovvero i padiglioni dei singoli Paesi) proprio come un parco di divertimenti e i visitatori, tra cui molte famiglie con bambini, potranno passare dall’uno all’altro guardando e portandosi a casa ciascuno un’impressione diversa in base ai propri interessi.

Naturalmente per portare Expo a Milano e convincere così tanti Paesi (147 i partecipanti ufficiali a oggi) che hanno investito complessivamente 1,3 miliardi di euro, è stato vincente puntare sulle tematiche della sostenibilità, sempre più all’ordine del giorno. Il tema della fame e della nutrizione innanzitutto, ma anche l’ambiente e le energie rinnovabili, con le Ong – da cui solitamente ci si aspetta una voce critica sugli aspetti più negativi della globalizzazione, che in questa edizione di Expo saranno ospitate in un padiglione tutto loro (la ristrutturata Cascina Triulza) – proprio all’interno del sito espositivo.

I grandi temi globali non saranno decisivi però neanche per gli stranieri. Secondo Remo Lucchi di Eurisko, che ha condotto un’indagine sui potenziali visitatori di venti Paesi oltre l’Italia, russi, cinesi e americani sono attratti soprattutto dallo stile di vita italiano, in cui la upper class mondiale ricerca le componenti principali del benessere. Le “cinque A”, le definisce Lucchi. Alimentazione dunque, ma anche abbigliamento e arredamento, espressioni del nostro modo di relazionarci col mondo, e poi ciò che ci circonda, la bellezza dell’arte e dell’ambiente.

Certo i visitatori stranieri, rappresentanti della parte più istruita e attenta della società mondiale, approfondendo la conoscenza di Expo saranno sensibili anche alle questioni della fame, della redistribuzione, della sostenibilità. «Ma sono temi – osserva Lucchi – che vengono dopo rispetto la propria persona», verso cui ci si rivolge quando, dopo aver pensato quasi istintivamente a se stessi, si allarga lo sguardo anche agli altri. Non è detto, però, che tutto passi in secondo piano. Molto dipenderà, avverte Lucchi, proprio da come i diversi attori sapranno allargare il campo e suscitare l’attenzione di quei visitatori che tutti sperano di intercettare.