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Speciale

Prove pratiche di «Laudato si’»

Sirio 16 - 22 dicembre 2024
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Indagine

Cambiamento climatico, i giovani ne sanno poco

Secondo un sondaggio del Circolo Niguarda Zara, la maggior parte degli studenti non conosce la «Laudato si'» e i «Fridays for future». Gli adulti esprimono la necessità di capire il problema e agire di conseguenza

di Stefania CECCHETTI

20 Luglio 2024
Giovani in corteo a Milano per l'emergenza climatica

Sessanta giovani su cento non conoscono l’enciclica Laudato si’ (e l’esortazione apostolica Laudate Deum) e nemmeno il movimento «Friday for future». Quasi la metà non ha nemmeno sentito parlare delle Cop, anche se quasi tutti sanno che è in atto un cambiamento climatico causato dalle attività umane. Va un po’ meglio tra gli adulti: solo il 16,3% non conosce i documenti di Francesco sul cambiamento climatico, mentre il 24,5% dichiara di averli letti.

È il quadro sorprendente che emerge dal sondaggio «Come vivi il cambiamento climatico?», realizzato dal Circolo Laudato si’ «Niguarda Zara» di Milano che ha intervistato gli studenti delle scuole superiori – alcune paritarie, altre statali, presenti per lo più sul territorio – e gli adulti di alcune parrocchie del Decanato: Sant’Angela Merici, San Paolo e San Martino in Niguarda.

Scientificità e significatività

Un sondaggio che ha un valore scientifico relativo, spiega Giovanni Castiglioni, sociologo membro del Circolo, che ha contribuito a interpretare i risultati: «I dati vanno letti considerando che si tratta di un campione selezionato, che fa riferimento al mondo ecclesiale e studentesco del Decanato». Questo non significa che le risposte dei 179 studenti, con un’età media di 16 anni, e dei 146 adulti interpellati non siano significative, soprattutto per stimolare una riflessione pastorale.

Gigi Pizzi, coordinatore del circolo Niguarda Zara, racconta com’è nata l’idea di questo sondaggio: «Come gruppo, volevamo capire come muoverci per sensibilizzare la comunità cristiana e il territorio sui temi ambientali, che apparentemente sembrano suscitare ben poco interesse. Per quanto riguarda i ragazzi, il questionario era più incentrato sulla loro esperienza scolastica, mentre per gli adulti il nostro interesse primario era far emergere, attraverso alcune domande aperte, i temi più interessanti da trattare».

Le risposte sono state varie, ma, secondo Castiglioni, sono due gli argomenti che emergono con più insistenza: «L’impatto individuale, cioè quanto le nostre azioni possono influenzare o meno il cambiamento, e il dibattito sulle cause del climate change». Capire e agire, insomma.

Precisare il nome

Se conforta che oltre il 60% degli studenti riferiscono che a scuola viene effettivamente dato spazio alle tematiche del cambiamento climatico, sorprende la loro misconoscenza di un movimento studentesco notissimo come quello dei «Friday for future»: «Attenzione – avvisa però Castiglioni -: questo non significa necessariamente che non lo conoscano, può esserci stata confusione sul nome, dato che è conosciuto anche come “sciopero scolastico per il clima”». In effetti Castiglioni cita i dati del Rapporto giovani 2023, che sono più confortanti: “solo” il 21,2% dei 18-34enni intervistati non ha mai sentito parlare dei «Fridays for future» e il 13,7% si dichiara molto informato in proposito.

Il coordinatore del Circolo Pizzi si dice comunque sorpreso che così tanti ragazzi delle superiori, alcuni provenienti da scuole cattoliche sul territorio, non conoscano l’esistenza di un documento rivoluzionario come la Laudato si’ (non sarebbe forse un buon argomento da trattare nell’ora di religione, si chiede). E guardando alle risposte degli adulti, alla luce anche dell’esperienza maturata dal Circolo, concludono: «Emerge sicuramente il desiderio di approfondire, ma di fatto c’è una certa difficoltà a concretizzare un reale cambiamento di abitudini già all’interno delle comunità ecclesiali. Credo per esempio che si dovrebbe fare molto di più sul fronte delle comunità energetiche».

Insomma, c’è tanto da fare per il Circolo Niguarda Zara, che ha già in programma diverse iniziative, racconta Pizzi: «In occasione della festa di San Francesco vorremmo organizzare un momento di preghiera ecumenico e pubblico, coinvolgendo anche la società civile, al Parco Nord. E poi vorremmo identificare una o due tematiche tra quelle emerse per provare a sensibilizzare le comunità, anche se non è facile inserirsi nei calendari fitti delle parrocchie, che a volte sembrano un po’ refrattarie a parlare di questi temi».