Nei giorni scorsi, all’Università Statale di Milano, il “Gruppo gay” dell’ateneo ha esposto una locandina che raffigura il Papa emerito Joseph Ratzinger, vistosamente truccato da donna, con ombretto e rossetto: il tutto per promuovere un cineforum su omosessualità e religione. Un’iniziativa che ha scatenato diverse polemiche, sia all’interno dell’ambiente universitario, sia sulla stampa.
Sull’accaduto prende posizione anche universi-mi.it, il sito curato dagli universitari cattolici di Milano. «Ci dispiace – si legge nel commento on line -. Ci dispiace molto per la persona coinvolta – che nel corso degli anni abbiamo imparato a stimare – e ci dispiace per chi ha voluto coinvolgerla in questo modo». Una «presa in giro» che «rattrista», «una di quelle trovate un po’ identitarie, che vorrebbero far credere che la Chiesa sia quella dei “no” e dei “contro”», un gesto «non molto costruttivo, propositivo e accogliente». Il modo sbagliato, insomma, per avviare «un dialogo o una discussione»: «Cattivo gusto e provocazione non servono ad aprirsi verso gli altri».
Ma universi-mi.it si chiede anche: «Davvero un ragazzo o una ragazza gay si identificano e si ritrovano nel trucco pesante?… È davvero il caso di tirar dentro un uomo anziano che rimane per tantissimi una persona autorevole?… Se si voleva prendersi gioco della realtà che rappresenta, perché non si è scelto di “truccare” papa Francesco?». In ogni caso, «l’amarezza non annulla il desiderio di un dialogo con chi abbia sinceramente voglia di farlo».