A 45 anni dalla loro nascita – nel 1979 al Centro salesiano di Arese, casa per ragazzi in difficoltà – e dopo tante trasformazioni della nostra società e della stessa realtà salesiana, i Barabba’s Clowns sono ancora dalla parte del povero, del giovane e di chi vuole mettersi in discussione in un contesto sempre più complesso. E con il loro circo/teatro sociale (una delle prime esperienze di questo genere in Italia) continuano a portare un messaggio di speranza e di gioia tra molte comunità nel mondo e certamente in molte comunità della nostra diocesi.
Il loro fondatore don Vittorio Chiari seppe tracciare una strada densa di valori, che per tutti questi anni ha dato linfa al gruppo dei Barabba’s Clowns. Un nome originale, scelto dai ragazzi quasi per rivincita contro chi li definiva «piccoli Barabba» (Barabitt in milanese), quelli all’ultimo banco della classe, ai margini nel quartiere. Così il nome è servito a ribadire un valore importante, frutto della lezione di don Bosco: «In tutti i ragazzi, anche nei più discoli, c’è un seme di bontà». Oppure, come diceva un loro scritto raccolto nel Vangelo secondo Barabba, «anche le mele marce hanno i semi buoni».
Scriveva don Vittorio: «Noi Barabba’s Clowns siamo diversi perché crediamo nella magia del sorriso, perché non barattiamo la nostra libertà con un pezzo di pane, perché siamo convinti che vale la pena essere dono per chi incontriamo più povero di noi, perché amiamo il nostro corpo che racconta, corre, cade, comunica… Il nostro sorriso di clown è la parte buona di noi che vi regaliamo, perché impariate anche voi a essere diversi».
Da 45 anni i Barabba’s Clowns esportano sorrisi, coinvolgendo adolescenti e giovani di realtà educative lombarde (comunità, scuole, oratori, centri aggregativi). Hanno rappresentato oltre tremila spettacoli, non solo in Italia, ma anche in tutta Europa, dimostrando un impegno costante nella promozione del teatro e della clownerie, in particolare come strumento di inclusione e crescita personale. E con l’associazione Hameau Des Jeunes S. Kizito hanno realizzato un centro di accoglienza per minori di strada a Musha. in Rwanda.
Nel 2019, in occasione del 40° anniversario, hanno intrapreso un importante processo di rinnovamento. La maturità artistica degli attori professionisti, unita all’entusiasmo dei giovani under 30 all’interno dell’associazione, ha permesso loro di esplorare nuovi orizzonti, mantenendo fede alla mission originaria di essere «profeti del sorriso».
I loro spettacoli (qui la gamma delle proposte) possono animare una festa o una ricorrenza, oppure stimolare un momento di catechesi o di riflessione delle comunità parrocchiali e in particolare negli oratori e nei gruppi giovanili.