Come vivere durante la guerra? È una delle domande che bambini di 9 e 10 anni della Scuola della Pace promossa a Milano dalla Comunità di Sant’Egidio, hanno rivolto in una recente visita in una Rsa ad alcuni anziani, che hanno vissuto sulla loro pelle la seconda guerra mondiale. Dopo la pandemia, che ha interrotto a lungo queste visite, l’incontro è stato per tutti un momento davvero significativo.
I bambini si erano preparati a “intervistare” gli anziani come veri giornalisti. Gli anziani, dal canto loro, si sono commossi ricordando gli eventi del passato. Emozioni e lacrime di dolore, come quelle di Carla, nata nel 1942: suo papà venne ucciso dai fascisti e sua mamma, nella stessa circostanza, fu picchiata mentre era incinta di lei. Nei racconti anche la dolorosa strage della scuola di Gorla, con di più di 180 alunni uccisi durante un bombardamento nel 1944. E ancora il dramma personale di Alberto, che ha trasmesso ai bambini la paura avvertita quando, alla loro età, dovette scappare insieme alla sua famiglia.
Si sono viste però anche lacrime di gioia: quella provata nel ricordare una persona cara o importante e quella immensa vissuta al momento della Liberazione, quando i bambini si riversavano in strada dopo la scuola e gli adulti gridavano che la guerra era finita.
Gli anziani hanno ribadito più volte ai bambini, quasi in un grido disperato, che la guerra è il peggiore di tutti i mali, foriera di morte, dolore e distruzione: una distruzione che colpisce ciò che sta fuori, ma soprattutto che scava e annienta l’umanità di ognuno. Il loro appello è a dire no alla guerra e alla violenza, una grande schiavitù che genera paure. Paure come quella di uno dei bambini, che ha confessato di temere lo scoppio di un altro conflitto mondiale.
Alla fine dell’incontro i bambini hanno posto una domanda fondamentale: «Ma come avete fatto a ricostruire la pace?». Le tante risposte sono state accomunate da un concetto fondamentale: bisogna rimanere uniti, studiare, lavorare, impegnarsi, tutti insieme, nessuno escluso. Come ha detto Bruna (92 anni), «noi siamo nati per creare, non per distruggere, come fa la guerra che annienta l’uomo. E voi bambini dovete sviluppare la capacità di creare, così che possiate costruire la vostra vita e realizzare i vostri sogni insieme agli altri».
Al termine, un saluto sincero e profondo ai bambini: «Noi anziani guardiamo nei vostri occhi e vediamo che c’è un futuro».