Formalmente è una «struttura di prossimità per la grave marginalità a Milano». In pratica, si tratta di un articolato sistema di servizi diffusi sul territorio rivolto alle persone che vivono in condizione di forte disagio. Arcturus è un progetto inedito e sperimentale, monitorato da centri di ricerca e università, da oggi on line all’indirizzo www.progettoarcturus.it, sito web dove è possibile anche vedere il video che ne racconta contenuti, azioni e finalità.
L’ente titolare della sperimentazione del Progetto è Regione Lombardia attraverso Ats Milano Città Metropolitana. I fondi sono del Ministero della Salute che, nel 2020, li aveva stanziati proprio per chiedere alle Regioni di sperimentare «strutture di prossimità per la promozione della salute e per la prevenzione, nonché per la presa in carico e la riabilitazione delle categorie di persone più fragili, ispirate al principio della piena integrazione socio-sanitaria, con il coinvolgimento delle istituzioni presenti nel territorio, del volontariato locale e degli enti del Terzo settore» (Legge 77/2020, art. 1, comma 4-bis).
In Lombardia era stata aperta la procedura di una Manifestazione di interesse cui avevano partecipato diverse realtà del privato sociale. Ad aggiudicarsi il bando, una cordata guidata da Fondazione Casa della carità, soggetto ideatore capofila di Arcturus. Gli altri nove partner sono suddivisi tra enti soci ideatori (Fondazione Caritas Ambrosiana, Associazione San Fedele e Cooperativa Farsi Prossimo) ed enti soci partner del tavolo di co-progettazione (Fondazione Progetto Arca, Opera San Francesco, Croce Rossa Italiana Comitato di Milano, Consorzio SIR, Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, Medici volontari italiani).
L’avvio formale del Progetto è datato novembre 2022 mentre le attività sociali sono entrate nel vivo agli inizi del 2023.
«La salute è un diritto di tutti – dice Guido Bertolaso, assessore al Welfare di Regione Lombardia – ed è fondamentale che i servizi di cura arrivino anche là dove le richieste non riescono nemmeno a essere espresse a causa della grave esclusione sociale. È importantissimo quindi mantenere un “ponte” tra chi si trova in una situazione di elevata fragilità e necessita di accedere all’assistenza e i servizi socio-sanitari. Il progetto sperimentale di Arcturus si è dimostrato uno strumento prezioso proprio per raggiungere le persone più vulnerabili, grazie all’integrazione tra ATS Città Metropolitana di Milano, Fondazione Casa della carità e gli altri partner coinvolti».
«Questo progetto – spiega don Virginio Colmegna, che all’epoca dell’avvio di Arcturus era presidente della Fondazione Casa della carità – è nato dalla volontà di includere persone particolarmente vulnerabili dentro sistemi di cura cui normalmente non accedono. Lo abbiamo pensato in maniera diversa dal solito con due novità essenziali. La prima è un ribaltamento di prospettiva: non devono più essere le persone a cercare i servizi, ma il contrario. Sono cioè i servizi che devono incontrare i più bisognosi nei luoghi da loro vissuti e frequentati. La seconda innovazione riguarda la presa in carico. La persona non viene più seguita in base al singolo problema di salute che può avere, ma nella sua interezza, compresi i bisogni di ordine sociale. Anche qui c’è un rovesciamento di prospettiva che punta a una reale integrazione tra sociale e sanitario. Questo è anche il concetto alla base delle Case della comunità, infatti per noi Arcturus è come una sorta di Casa della comunità diffusa sul territorio e rivolta ai più fragili. Oggi siamo contenti di mettere a disposizione la conoscenza del Progetto attraverso il sito e il video».
Le persone beneficiarie
Il Progetto Arcturus si rivolge a persone non riferibili a un classico bacino di utenza legato a un determinato ambito territoriale, ma a una popolazione diffusa sull’intero contesto urbano di Milano con le caratteristiche di essere senza fissa dimora, insediata in contesti non regolari, ospite temporanea in centri di accoglienza, vittima di tratta o soggetta a misure restrittive. Si tratta pertanto di «invisibili» o «persi di vista» che non accedono ai sistemi di cura se non in fase di emergenze da pronto soccorso.
La partnership
Il Progetto Arcturus mette insieme servizi già erogati dai dieci partner con azioni pensate ad hoc per potenziare la capacità di accoglienza e cura sociosanitaria integrata verso i cittadini più vulnerabili. Tra queste, l’impiego di nuove figure professionali attive sul territorio, come l’agente di prossimità, che opera sulla strada, in situazioni di grave esclusione abitativa, nei luoghi di transito.
I dati
Il Progetto Arcturus è finanziato dal Ministero della Salute per un importo complessivo di circa 2 milioni e 330 mila euro, cui si aggiungono 320 mila euro di cofinanziamento. Le figure professionali impiegate sono: medici di medicina generale; infermieri di comunità; OSS; specialisti in psichiatria, cardiologia, pediatria, sanità pubblica; psicologi; operatori sociali, mediatori e antropologi; assistenti sociali; consulenti legali e avvocati. In particolare, le figure sociosanitarie impiegate sono complessivamente 76. La sperimentazione dura un anno e termina a dicembre 2023.
La struttura di prossimità
Il Progetto Arcturus non è una struttura unica, ma un sistema di servizi diffusi, riuniti in un modello sperimentale integrato. I servizi destinati alla popolazione di riferimento sono quattro:
1) cure primarie, realizzato con due presidi di medicina di base istituiti presso Associazione San Fedele (centro città) e Casa della carità (periferia Nordest);
2) centri diurni, con la messa a disposizione di tre luoghi già attivi: Casa della carità, Il Girevole dell’Associazione San Fedele e La Piazzetta di Farsi Prossimo (Stazione centrale);
3) equipe di prossimità, attuata con una presenza sul territorio rivolta alle varie forme di grave esclusione composta da unità di strada degli enti partner (Caritas Ambrosiana) e unità medico-infermieristiche (Croce Rossa Italiana, Medici Volontari Italiani, Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta).
4) punto universale di accesso (PUA), consistente in due sportelli di contatto per informazioni e orientamento per l’accesso ai servizi. Il PUA è ispirato alla logica di “Andare verso”, per cui oltre alle postazioni fisiche (Casa della carità e San Fedele), si avvale dei vari soggetti attivi sul territorio in maniera diffusa, dagli sportelli ai servizi diurni fino alle unità di strada.
Monitoraggio e ricerca
Il Progetto Arcturus, data la sua natura innovativa e sperimentale, è oggetto di monitoraggio e ricerca da parte di: Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale Cergas dell’Università Bocconi di Milano; Università di Torino in collaborazione con la società Prospettive ricerca socioeconomica.