Non si contano a Bollate le associazioni, cooperative sociali e i progetti avviati in diversi reparti e che coinvolgono la popolazione carceraria. Gli «Amici di Zaccheo», presenti fin dal 2008, nel tempo hanno moltiplicato le loro proposte.
Si parte dalla redazione del giornale «SaluteinGrata», dieci numeri all’anno. Spiega il presidente Nicola Garofalo: «Si occupa della tematica della salute a 360 gradi e ha lo scopo di informare anzitutto i detenuti, ma anche chi ci legge fuori». Scritto in modo semplice, perché sia comprensibile a tutti, è redatto all’interno da una decina di reclusi, mentre la stampa è esterna. «Io sono l’editore come presidente dell’associazione, il direttore è un volontario e poi c’è una giornalista che dà una mano». L’abbonamento costa 30 euro all’anno e le copie vengono spedite direttamente a casa (info: www.amicidizaccheo-lombardia.it).
«Abbiamo anche lo Sportello salute – continua Garofalo -, aperto un pomeriggio alla settimana, gestito da un medico volontario e da un detenuto, che fa consulenza a chi la richiede». Lo scopo è soprattutto quello di dare informazioni, ma l’associazione organizza anche incontri con specialisti sui temi della salute. Al reparto maschile un gruppo di uomini è impegnato nel laboratorio di bigiotteria, mentre al femminile le donne realizzano filati, lavori all’uncinetto, sciarpe, grembiuli, maglioncini, venduti a mercatini interni o esterni a Bollate, anche in occasione del Natale.
«Esiste anche una squadra di volley, le “Tigri di Bollate” – spiega il presidente -. Sono 12 ragazze del reparto femminile che si allenano da marzo a settembre una volta alla settimana con allenatrici volontarie». Le partite sono giocate dentro e fuori dalle mura della Casa di reclusione. Finora hanno quasi sempre perso, ma d’altra parte le pallavoliste hanno età varie e, allenandosi solo il sabato pomeriggio, non possono pretendere di sconfiggere in campo avversarie troppo forti. «Però ce la mettono tutta», assicura Garofalo.
Gli Amici di Zaccheo gestiscono anche il cineforum al reparto maschile, con la proiezione di film a tema e una discussione finale che coinvolge di solito 7/8 uomini. «Insieme ad altre associazioni – continua il presidente -, ci occupiamo dell’accoglienza dei “nuovi giunti”, uomini e donne che arrivano da altri istituti di pena (San Vittore, Opera, Vigevano…) e che ricevono dai volontari tutte le informazioni necessarie per vivere nel carcere di Bollate, ma anche le attività offerte dalle varie realtà attive all’interno».
Infine è stato avviato anche un corso di fotografia cui partecipano 4 o 5 detenuti e due volontari, mentre l’ultima novità è il coro, composto al momento da una dozzina di voci.