Il 27 gennaio le Acli di Milano hanno promosso via Facebook un dibattito sul tema «Viviamo il presente, costruiamo il domani» al quale hanno partecipato il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il coordinatore del Forum del Terzo settore milanese, Paolo Petracca, che delle Acli è stato presidente provinciale fino all’ottobre scorso.
Il dibattito si è incentrato sulla capacità di Milano di reagire e di riprendere il suo ruolo di metropoli proiettata sulla dimensione europea e globale dopo che la pandemia l’ha bloccata come il mondo intero. Nel suo intervento il sindaco ha rilevato come la collaborazione fra istituzioni e corpi sociali sia più che mai necessaria in una realtà che nel giro di 12 mesi è pesantemente cambiata, con la riduzione delle interazioni personali che ha colpito in primo luogo il settore del turismo e dei servizi e successivamente tutto l’indotto; tenendo conto che la diffusione sistematica del lavoro da casa potrà ridurre significativamente il numero di coloro che quotidianamente vivono la città. Proprio per questo, ritiene Sala, è necessaria un’alleanza virtuosa fra tutti i soggetti che costituiscono la complessa società cittadina insieme alle istituzioni per arrivare ad un nuovo modello di sviluppo.
Dal canto suo Petracca ha rilevato come la crisi stia colpendo essenzialmente chi già era fragile e alcune particolari categorie: se gli ammortizzatori stanno funzionando più o meno bene per i lavoratori dipendenti e altre categorie “garantite”, diverso è il discorso per altri che rischiano seriamente di precipitare nella miseria e nella disperazione. Ma da sempre il modello inclusivo di Milano si attua attraverso il lavoro, e dovrà essere il lavoro, non l’assistenzialismo, a permettere il riscatto di chi è stato danneggiato dalla pandemia.
Incalzato dagli interlocutori – i presidenti dei Circoli Acli della Comasina, di Lambrate, di Gorla e la responsabile provinciale dello Sviluppo associativo – il sindaco ha affermato che occorrerà rafforzare la capacità del Comune di essere soggetto attivo nella programmazione della crescita della città e nella risposta alla richiesta di integrazione dei nuovi cittadini. Petracca ha ricordato che a Milano non esistono ghetti, perché tutti i quartieri presentano il giusto mix sotto il profilo dell’età e della realtà sociale, e proprio per questo è necessario puntare su politiche abitative che siano a misura di tutti i ceti, a partire da quel ceto medio che è a rischio di impoverimento a seguito della crisi pandemica.
Proprio per questo, ha rilevato Sala, se la Città metropolitana in quanto soggetto politico-istituzionale non è mai decollato, essa è comunque una realtà nella sua dimensione di collegamenti territoriali, di interscambi fra persone, di rete di rapporti sociali, e per questo si dovranno aumentare i trasporti su ferro e più in generale i trasporti pubblici all’interno e all’esterno del capoluogo.
In chiusura, il presidente provinciale delle Acli, Andrea Villa, ha ringraziato gli interlocutori, in particolare il sindaco, per la loro disponibilità e ha riaffermato la volontà delle Acli di voler partecipare in pienezza alla dimensione metropolitana in un confronto sistematico con la dimensione istituzionale e quella sociale, intendendo le prossime elezioni comunali come un momento privilegiato per proseguire quell’ascolto sistematico della città che il movimento aclista sta perseguendo attraverso l’attività dei Circoli intesi come punti di riferimento delle comunità locali.