«L’occasione delle elezioni amministrative rappresenta l’opportunità per trarre ispirazione dalle quotidiane prassi sociali che il movimento e le sue opere di economia civile sviluppano al servizio delle comunità per formulare alcune proposte come contributo dell’associazione alla “costruzione” del bene comune» si legge nel documento approvato dal consiglio Provinciale delle Acli Milanesi in vista del voto amministrativo del prossimo 12 giugno (leggi qui il documento integrale).
In materia di politiche sociali, culturali, abitative, sportive, ambientali, giovanili le Acli ritengono che sia necessario avere una visione complessiva ed integrata di un welfare, municipale e metropolitano, capace di generare risorse proprie all’interno delle comunità, promuovendo processi d’integrazione delle reti locali, ripartendo da un’analisi condivisa della realtà dei bisogni e delle forze in campo. «È necessario – si afferma nel documento -che ogni Comune promuova processi concreti di coprogrammazione e di coprogettazione dei servizi tra ente locale e terzo settore, una comune formazione tra gli operatori del pubblico e del non profit, una costante promozione dell’attivazione dei cittadini per la cura e presa in carico dei beni comuni, sia materiali che relazionali. Occorre dunque attivare nuove e più efficaci forme di collaborazione tra istituzioni e soggetti della società civile. È chiaro che una simile prospettiva, ben lontana dall’esaurirsi in un tecnicismo amministrativo, richiede a tutti i soggetti coinvolti un cambiamento culturale di grande rilievo e, coerentemente, di ripensare ruoli, compiti e organizzazione».
In materia di lavoro e di sviluppo eco sostenibile le Acli sono convinte che «i Comuni possano mettere a punto misure di incentivazione e de-burocratizzazione per attrarre investimenti produttivi sostenibili e imprese innovative». Inoltre, per affrontare dal basso l’emergenza occupazionale «i servizi municipali devono fare rete tra loro, col mondo delle imprese, della cooperazione e del terzo settore, con le agenzie per il lavoro, per favorire l’accompagnamento della persona e il virtuoso incontro tra domanda e offerta di occupazione e per finanziare percorsi di riqualificazione professionale».
Un altro tema caldo affrontato nel documento delle Acli è la casa e l’abitare: «è saper interpretare la metamorfosi dei nostri Comuni avendo come principi di riferimento la rigenerazione urbana, la riqualificazione degli spazi già costruiti, e di quelli che smettono di avere una loro funzione: siti urbani obsoleti, che in molti casi rappresentano degrado e forti problematiche sociali e di ordine pubblico. Riutilizzare le aree dismesse permette – spiegano le Acli – di evitare un eccessivo consumo di suolo».
Buon governo degli Enti locali significa anche amministrare bene le finanze comunali, facendo delle politiche di bilancio eque e di sviluppo. A questo riguardo le municipalità sono chiamate a scelte innovative, ad innescare processi virtuosi e a mettere in campo un approccio culturale diverso: «Occorre per le Acli – saper tagliare gli sprechi, saper creare economia di scala nella gestione dei servizi, saper utilizzare le risorse regionali, nazionali o Europee o messe a disposizione del PNRR, innescare meccanismi partecipativi dei cittadini e dei lavoratori e sviluppare maggiori capacità di “rendicontazione sociale”, di trasparenza».
Da non trascurare per chi sarà chiamato ad amministrare gli enti locali è la Città metropolitana, i cui organi politici pochi mesi fa sono stati rinnovati nel disinteresse generale. «Manca per le Acli -una riflessione sul ruolo di tali Enti, sul rapporto fra i cittadini e la dimensione sovracomunale e la definizione di un chiaro profilo della Città metropolitana nel quadro del rapporto fra Comune capoluogo e Comuni esterni. Ciò soprattutto vale in materia di organizzazione del sistema delle strade e dei trasporti pubblici della rete delle scuole di grado superiore, del coordinamento della programmazione territoriale e delle politiche sociali».
Provando infine a dare una visione unitaria dell’agire civico e civile, le Acli ritengono fondamentale l’impegno degli aclisti e delle acliste nel testimoniare la nonviolenza come stile politico. «Siamo convinti – si legge al termine del documento che l’Associazione offre a tutti i candidati alle prossime elezioni – che il compito di un’amministrazione locale sia quello di governare il territorio che rappresenta avendo a cuore sì la gestione dei conflitti e dei problemi interni ma con lo sguardo aperto e con la mano tesa verso i problemi ed i conflitti del pianeta; come amava dire il sindaco santo Giorgio La Pira: “il buon amministratore è colui che si preoccupa contestualmente dell’illuminazione delle strade e della pace nel mondo”».
Per questa ragione, accanto all’impegno per l’integrazione, per un nuovo welfare, per un’urbanistica equa, per un’amministrazione delle risorse oculata, che mettano al centro la persona e la cura della casa comune le Acli ritengono che le comunità debbano porre particolare attenzione alla costruzione di relazioni di pace come stile del rapporto tra cittadini e tra cittadini e Pubblica Amministrazione e propongono tutti i candidati Sindaci di assumere, una volta eletti, la delega alla Pace come delega guida nel Governo del proprio Comune. «È il momento – conclude il testo – di osare e di essere visionari in questo campo, assumendo una differente postura nella politica e nell’Amministrazione pubblica, una postura volta al dialogo e alla comprensione reciproca anziché allo scontro aspro e privo di ascolto. Non a caso – si ricorda – le Acli Milanesi hanno promosso, sin dal 1999, il Coordinamento La Pace in Comune, un’alleanza tra Comuni e Associazioni con l’obiettivo di promuovere proprio la cultura della pace nel territorio».