Separati e divorziati sono i nuovi poveri. È stata l’Associazione matrimonialisti italiani a lanciare l’allarme. Dai dati ufficiali emerge che ogni anno si separano circa 160 mila persone. Il 25% degli ospiti delle mense dei poveri sono separati e divorziati. E nell’80% dei casi si tratta di padri separati, che devono mantenere moglie e figli senza avere più risorse per sopravvivere. Molti di questi dormono in auto e i più fortunati, circa 500 mila sono tornati ad essere ospiti delle loro famiglie di origine. Nelle provincie lombarde di Milano e Como, gli uomini che vivono questo tipo di difficoltà sono quasi 70 mila.
Da settembre, però, a Cantù, in via Mazzini 31, i papà avranno a disposizione la «Casa Famiglia G. Ballerini», una «casa per padri separati dai figli». A spiegare di cosa si tratta è il presidente, nonché coordinatore, don Andrea Cattaneo: «Dopo aver accolto per otto anni madri e minori nella casa famiglia, ci siamo accorti che c’è una nuova povertà di cui pochi ancora si prendono carico. La legge italiana tutela i diritti delle madri, mettendo a volte in secondo piano i padri che si trovano in situazione di povertà umana e spirituale. Così abbiamo pensato a questo nuovo progetto che ha come scopo quello di ridare una possibilità ai padri separati di ricongiungersi ai propri figli. La casa, che si sosterrà con la beneficenza e la carità, vuole essere l’occasione per ridonare ad alcuni padri la possibilità di tornare a gioire di quella paternità che gli spetta».
E se la casa inizierà ad ospitare i papà tra due mesi circa, ogni giorno arrivano già decine di richieste. L’obiettivo è quello di offrire la possibilità di coniugare e risolvere diversi livelli di problematicità, come quello di avere un tetto, un letto, cibo, continuare ad avere un luogo dove incontrare i figli, riprendere processi di autonomia, ma anche curare le ferite psicologiche e traumatiche che le situazioni di crisi causano. I papà potranno godere del supporto dei volontari della casa e dei volontari che li hanno accompagnati sino all’ingresso, in modo particolare i volontari delle Caritas parrocchiali.
La struttura accoglierà fino a sette padri in camerette singole con bagno. All’interno della cameretta è previsto il posto letto anche per i figli che nel fine settimana potranno incontrare i papà, in base agli accordi stabiliti dall’autorità competente. Ma il progetto non si ferma a questo. In sede saranno sempre presenti degli specialisti per facilitare il supporto pratico e operativo per i padri che hanno limitazioni di tipo economico. Non mancherà quindi il supporto psicologico, la consulenza legale, la rete con il territorio e i corsi di formazione, la tutela del rapporto padre e figlio, ma anche le vacanze solidali e la borsa della spesa.
«Ringraziamo le molte persone che in svariati modi hanno espresso il loro apprezzamento e la loro attenzione a questo nuovo progetto – continua don Cattaneo -. Vorremmo che ogni uomo di buona volontà possa sentirsi interpellato nel sostenere l’accoglienza di un padre».
Ai papà che chiederanno di essere accolti nella struttura sarà chiesto un contributo in base al reddito e alle possibilità, ma le offerte, di qualsiasi somma, serviranno a sostenere tutte le attività. Si pensi che per un mese servono circa 250 euro. Si possono fare pervenire le offerte tramite pagamento con carta di credito o PayPal attraverso il sito www.buonacausa.org oppure tramite bonifico bancario: It62 O076 0110 9000 00077 292 803 intestato a «Casa Famiglia G. Ballerini Cantù».