Anche Scarp de’ tenis crea lavoro. Il giornale di strada promosso da Caritas Ambrosiana è entrato a far parte della rete di partner del Fondo Famiglia Lavoro. In virtù di questo accordo, le persone che chiedono aiuto al Fondo potranno essere inserite nello staff dello street magazine come venditori, con contratto regolare libero professionale di venditore porta a porta. A ognuno di loro sarà assegnato a turno un certo numero parrocchie nelle quali proporre il mensile. L’attività di vendita garantirà un piccolo reddito di accompagnamento.
«Alle persone che chiedono aiuto al Fondo proponiamo di vendere il giornale di strada al termine della messa – spiega Roberto Guaglianone, responsabile del progetto -. Ogni copia costa 3 euro; un terzo del prezzo di copertina va direttamente nelle loro tasche; oneri assicurativi e previdenziali sono a carico della Cooperativa Oltre, che è l’editrice del giornale. Considerato il volume di vendita medio, questa attività potrebbe fruttare a ogni singolo venditore qualche centinaia di euro netti al mese. Non si tratta di uno stipendio, ovviamente. Ma l’impegno richiesto consente di svolgere altri lavori durante il resto della settimana».
Il progetto è già partito in 10 città-pilota della Diocesi di Milano e potrebbe essere esteso ad altre se l’iniziativa avrà successo. «Da 20 anni, col sostegno della Caritas, diamo lavoro e dignità ai senza tetto e ai gravi emarginati – spiega il direttore del mensile Stefano Lampertico -. Ora tendiamo una mano anche alle vittime della crisi. Secondo l’intuizione originaria di questo giornale, che è al tempo stesso una grande avventura editoriale e sociale».
Dopo avere raccontato l’evolversi della crisi economica e i suoi effetti soprattutto sui più deboli naturale è stata la collaborazione con il Fondo Famiglia Lavoro. «L’accordo con Scarp de’ tenis è solo un esempio, l’ultimo in ordine di tempo, di ciò che stiamo facendo per offrire non solo assistenza, ma opportunità di impiego alle persone che chiedono aiuto – spiega Luciano Gualzetti, segretario generale del Fondo Famiglia Lavoro -. Sappiamo che non stiamo offrendo la soluzione a tutti i loro problemi, ma possiamo aiutarle a rimettersi in gioco. Coerentemente con questa visione, per esempio, abbiamo investito molte risorse nella formazione, attivando corsi professionali che, senza il nostro intervento, non ci sarebbero stati. Abbiamo formato cuochi, gelatai, pizzaioli, magazzinieri, gruisti, operatori socio sanitari. In fondo pensiamo in questo modo di stare contribuendo a creare un pezzo di quel welfare riattivante di cui si parla molto oggi».