I videogiochi possono battere il bullismo e migliorare il lavoro di squadra, la coesione e lo spirito di gruppo. Secondo i risultati di un progetto sperimentale condotto al liceo scientifico Marconi di Milano (“Greis”: giochi di ruolo e interazioni sociali) i videogiochi on line, usati a scuola, possono prevenire comportamenti negativi come il bullismo, stimolando la collaborazione e favorendo la crescita dei rapporti interpersonali. Presentato questa mattina al liceo Marconi, il progetto Greis (realizzato dal Centro studi e ricerche di psicologia della comunicazione dell’Università Cattolica di Milano e dall’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica) è il primo atto di un protocollo d’intesa stipulato il 23 marzo tra il Ministero dell’Istruzione e l’Aesvi (Associazione editori software videoludico italiana) a sostegno dell’innovazione digitale nella scuola.
La sperimentazione ha coinvolto 149 studenti tra i 14 e i 16 anni per tre mesi, da ottobre a dicembre 2009. I ragazzi hanno utilizzato uno dei più diffusi “Mmorpg” (Massive multiplayer online role playing game): “World of warcraft”, prodotto dalla Blizzard entertainment, un gioco di ruolo caratterizzato da un’ambientazione fantasy che permette a milioni di utenti di interagire on line in un mondo virtuale. Il gioco è stato scelto per la capacità di attivare dinamiche di gruppo complesse, come lo sviluppo di strategie coordinate e decisioni collettive, o la selezione di una leadership condivisa: in “World of warcraft” bisogna infatti affrontare sfide di difficoltà crescente cooperando con gli altri giocatori, creando alleanze e dividendosi i ruoli. Ogni personaggio ricopre un ruolo, si assume delle responsabilità, e quindi il gioco si configura come uno spazio sociale di massa.
Gli studenti che hanno partecipato alla sperimentazione sono stati suddivisi in tre gruppi. Il primo ha giocato in laboratorio durante l’orario scolastico, il secondo ha giocato prevalentemente da casa, il terzo ha svolto attività di controllo per la comparazione dei risultati finali. Al termine dell’esperimento è stato rilevato un accresciuto indice di socialità tra i ragazzi che hanno giocato a scuola rispetto agli studenti impegnati a casa, grazie alla forte interazione tra realtà e mondo virtuale. Inoltre il gioco in laboratorio ha rafforzato i legami già esistenti tra i ragazzi e ha favorito la nascita di nuovi rapporti di amicizia: le reti sociali degli studenti del primo gruppo sono risultate più coese e fitte di rapporti interpersonali.
«Nella nostra regione – spiega Marisa Valagussa, ispettrice dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia – non ci sono situazioni di bullismo drammatiche, ma in tutte le scuole c’è la necessità di creare in aula un clima cooperativo, perché classe non si nasce ma si diventa”. Dunque le scuole lombarde interessate al progetto potranno richiedere all’Ufficio scolastico regionale di avviare al loro interno la stessa sperimentazione effettuata al liceo scientifico Marconi. I videogiochi possono battere il bullismo e migliorare il lavoro di squadra, la coesione e lo spirito di gruppo. Secondo i risultati di un progetto sperimentale condotto al liceo scientifico Marconi di Milano (“Greis”: giochi di ruolo e interazioni sociali) i videogiochi on line, usati a scuola, possono prevenire comportamenti negativi come il bullismo, stimolando la collaborazione e favorendo la crescita dei rapporti interpersonali. Presentato questa mattina al liceo Marconi, il progetto Greis (realizzato dal Centro studi e ricerche di psicologia della comunicazione dell’Università Cattolica di Milano e dall’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica) è il primo atto di un protocollo d’intesa stipulato il 23 marzo tra il Ministero dell’Istruzione e l’Aesvi (Associazione editori software videoludico italiana) a sostegno dell’innovazione digitale nella scuola.La sperimentazione ha coinvolto 149 studenti tra i 14 e i 16 anni per tre mesi, da ottobre a dicembre 2009. I ragazzi hanno utilizzato uno dei più diffusi “Mmorpg” (Massive multiplayer online role playing game): “World of warcraft”, prodotto dalla Blizzard entertainment, un gioco di ruolo caratterizzato da un’ambientazione fantasy che permette a milioni di utenti di interagire on line in un mondo virtuale. Il gioco è stato scelto per la capacità di attivare dinamiche di gruppo complesse, come lo sviluppo di strategie coordinate e decisioni collettive, o la selezione di una leadership condivisa: in “World of warcraft” bisogna infatti affrontare sfide di difficoltà crescente cooperando con gli altri giocatori, creando alleanze e dividendosi i ruoli. Ogni personaggio ricopre un ruolo, si assume delle responsabilità, e quindi il gioco si configura come uno spazio sociale di massa.Gli studenti che hanno partecipato alla sperimentazione sono stati suddivisi in tre gruppi. Il primo ha giocato in laboratorio durante l’orario scolastico, il secondo ha giocato prevalentemente da casa, il terzo ha svolto attività di controllo per la comparazione dei risultati finali. Al termine dell’esperimento è stato rilevato un accresciuto indice di socialità tra i ragazzi che hanno giocato a scuola rispetto agli studenti impegnati a casa, grazie alla forte interazione tra realtà e mondo virtuale. Inoltre il gioco in laboratorio ha rafforzato i legami già esistenti tra i ragazzi e ha favorito la nascita di nuovi rapporti di amicizia: le reti sociali degli studenti del primo gruppo sono risultate più coese e fitte di rapporti interpersonali.«Nella nostra regione – spiega Marisa Valagussa, ispettrice dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia – non ci sono situazioni di bullismo drammatiche, ma in tutte le scuole c’è la necessità di creare in aula un clima cooperativo, perché classe non si nasce ma si diventa”. Dunque le scuole lombarde interessate al progetto potranno richiedere all’Ufficio scolastico regionale di avviare al loro interno la stessa sperimentazione effettuata al liceo scientifico Marconi.
Milano
I videogiochi possono battere il bullismo
Favoriscono il lavoro di squadra, la coesione e lo spirito di gruppo: i risultati di un progetto sperimentale al liceo scientifico Marconi
di Daniele FERRO Redazione
8 Giugno 2010