03/12/2008
di Marco DERIU
Sono cominciate nei giorni scorsi le audizioni della Commissione bicamerale per l’infanzia dedicate al rapporto fra media e minori. Lo scopo dichiarato dalla presidente dell’organismo politico, Alessandra Mussolini, èdi svolgere un’indagine conoscitiva sul tema per poter proporre e varare provvedimenti ad hoc. Chissà che sia la volta buona, affinché la questione possa essere affrontata come merita.
L’argomento, declinato prevalentemente sulle modalità per tutelare questi ultimi dalle eventuali conseguenze negative di un uso scorretto o eccessivo dei mezzi, non è nuovo nelle discussioni della politica né nell’attenzione dell’Autorità garante per le comunicazioni. La Carta di Treviso del 1990 sottoscritta dalla categoria dei giornalisti ha costituito il primo passo "ufficiale" nella stesura di Codici di autoregolamentazione dedicati al tema.
Se a quell’epoca l’attenzione era focalizzata sul rapporto fra minori e informazione (carta stampata in particolare, ma anche televisione nei successivi aggiornamenti del documento), negli anni seguenti si è messo nel mirino il mezzo televisivo e oggi sono soprattutto i new media a costituire oggetto di dibattito.
Il problema è stato sollevato di recente dal Consiglio nazionale degli utenti (Cnu), preoccupato per l’efficacia della tutela di cui godono i giovani utenti di Internet, videogiochi e telefonini. Ammesso (e nient’affatto concesso) che riescano a cogliere nel segno, le norme di garanzia scritte sulla carta sono molto frammentarie, dato che si riferiscono a mezzi diversi e fanno capo a differenti organismi di controllo.
Per garantire una tutela più efficace, il presidente del Cnu, Luca Borgomeo, ha lanciato la proposta di far riferimento a un solo Codice e un solo Comitato, agile nella composizione, in grado di intervenire comminando sanzioni degne di questo nome e dotato di una certa autonomia finanziaria. In effetti, più che stilare nuove norme sarebbe necessario far rispettare con maggiore severità e controllo quelle già codificate. E l’attuale Comitato "tv e minori", la cui attività fa capo direttamente al ministero delle Comunicazioni, potrebbe accentrare su di sé le funzioni di verifica e di controllo anche per quanto concerne la carta stampata (d’intesa con l’Ordine dei giornalisti) e il web.
Proprio Internet è il mezzo più problematico, in quanto è quello su cui è più difficile effettuare un monitoraggio costante che consenta di bloccare in tempo reale i siti con contenuti non adatti ai minori. Il problema è talmente sentito che Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità garante per le comunicazioni, ha addirittura invocato un intervento dell’Onu, estendendo così al massimo organismo istituzionale sovranazionale l’appello a intervenire per tutelare i più giovani di fronte ai rischi delle nuove tecnologie.
Da qualche anno esiste un Comitato per la tutela dei minori che navigano in rete, anche se non se ne parla quasi mai e molti genitori, probabilmente, non l’hanno ancora sentito nominare. Chi volesse conoscere le norme del Codice di autoregolamentazione "Internet e minori" può consultare il sito www.interneteminori.org.
Per adottare un corretto atteggiamento verso il mezzo, ènecessario che ciascuno si impegni in alcune attività semplici ma utili. Èopportuno, innanzitutto, assistere i minori durante la navigazione. Stabilire i tempi di utilizzo del computer e della connessione favorisce anche l’autodisciplina dei bambini, la cui efficacia può essere controllata anche verificando periodicamente la cronologia dei siti visitati. Ai ragazzi bisogna, comunque, consigliare di non dare a nessuno informazioni personali attraverso la rete, non compilare moduli online, non inviare proprie foto, non accettare inviti o appuntamenti, non scaricare alcun contenuto senza che esso sia verificato da un adulto.
Al di là delle opportune attenzioni e degli eventuali controlli, il modo migliore per favorire un corretto uso di Internet, come di tutti gli altri mezzi, è creare un rapporto di aperto dialogo con i bambini e i ragazzi sui contenuti che trovano in rete, sulle loro motivazioni d’uso e su come si può utilizzare proficuamente uno strumento che, in sé, è ricco di opportunità e potenzialità positive.