01/08/2008
AUSTRIA
"La questione della democrazia dell’Ue dopo Lisbona è stata al centro del dibattito nel trimestre ottobre-dicembre in un’Europa che sembra avere sempre più paura del suo popolo" si legge nel volume che cita, in particolare, Der Standard. Il Die Presse ha sottolineato " l’assenza di un’idea politica di Europa che sia in grado di prendere stabilmente il posto nell’opinione pubblica sia dei tecnicismi burocratico-amministrativi, sia degli egoismi nazionali".
BELGIO
La situazione politica "venutasi a creare all’indomani del terremoto elettorale del 10 giugno 2007 ha monopolizzato la stampa nazionale relegando in secondo piano i temi di più stretta rilevanza europea". Per Le Soir la crisi del Belgio " è lo specchio della crisi dell’Ue". Al di là delle possibili soluzioni, la Libre Belgique afferma che "il Belgio può salvarsi solo in un’Europa che superi la retorica separatista delle piccole patrie" e "sappia continuamente reinventarsi".
FRANCIA
Per La Croix e Libération, l’Europa "rappresenta un fronte sul quale Sarkozy intende investire buona parte della propria credibilità internazionale". Un europeismo che si esprime "nella volontà di rimettere la Francia al centro dell’Europa" lanciando parallelamente l’idea di un’ulteriore aggregazione che ruoti intorno al Mediterraneo, definita da L’Express "Mare Sarkozyum". Ma l’Europa voluta dal presidente francese, sottolinea Le Monde, "deve essere più in sintonia con Washington".
GERMANIA
Concorde la stampa nazionale nell’affermare che il 2007, "apertosi con il semestre di presidenza Ue del cancelliere Merkel, ha spianato la strada per la conclusione della crisi del postreferendum francese e olandese ". Divergenze invece sull’idea di un’Europa "forte" che per la Frankfurter Allgemeine Zeitung potrebbe "danneggiare l’autonomia della Germania sui temi della sicurezza e dello stato di diritto". La Süddeutsche Zeitung difende invece l’idea di "un’Europa a due velocità, unica via per sbloccare un processo politico ostaggio di una minoranza di Paesi".
ITALIA
Complici il 50° anniversario del Trattato di Roma e l’impasse seguita al referendum francese, nel 2007 le vicende europee trovano ampio spazio sulla stampa. Se Aspenia si sofferma sulla " sfida interna, relativa agli strumenti istituzionali in grado di far funzionare l’Ue a 27", Il Sole 24 ore parla di "fragile europeismo del governo Prodi" mentre "la rimessa in moto dell’Europa doveva essere una delle sue priorità". La maggiore preoccupazione dell’Italia sembra ora essere, secondo La Repubblica, quella di "evitare la marginalizzazione a Paese di seconda fascia".
REGNO UNITO
Già nelle prime settimane di gennaio il Guardian si chiedeva " quanto ancora l’insistenza di Angela Merkel avrebbe corroso lo scarso consenso al progetto europeo", mentre il Financial Times dimostrava "fiducia verso gli ambiziosi progetti politici" del presidente di turno Ue. Per The Independent è necessario fondare il progetto europeo sulla "difesa dell’ambiente e della socialdemocrazia". Ancora il Financial Times spiega le ragioni dello scarso amore di Londra per Bruxelles: "Forzata dalla spirale economica negativa e dalla presa di coscienza di non essere più un impero, la Gran Bretagna ha bussato in ritardo alle porte dell’Europa" ma "è ancora sullo stipite" a causa della "questione della sovranità".
SCANDINAVIA
A differenza di altri Paesi, "negli ultimi anni la Danimarca si è avvicinata sempre più a Bruxelles, e viceversa". Concordi il Berlingske Tidende e la rivista Politiken . In Svezia il governo, "ancorché filoeuropeo, non è riuscito a dare segnali forti ai cittadini tra i quali è diminuito l’euroscetticismo". Di qui l’invito del principale quotidiano Dagens Nyheter all’esecutivo "ad iniziare a parlare dell’Ue ". Un dibattito "effimero e intermittente" quello norvegese: così afferma Aftenposten per il quale "il rapporto di Oslo con l’Ue si sta trasformando in un non-tema per l’opinione pubblica".
SPAGNA
"Le vicende di politica europea trovano difficilmente sulla stampa nazionale considerazione e approfondimenti – si legge nel volume -; a prevalere sono sempre temi di politica interna, in primis l’atteggiamento da seguire nei confronti dell’Eta". Sul vertice di Lisbona concordano i quotidiani "avversari" El Pais e El Mundo definendolo, rispettivamente, "un passo avanti per l’Europa" e "un progresso di cui si deve rallegrare ogni europeista", mentre per l’ Abc il Trattato di riforma è un "documento insipido e pragmatico" e dimostra il "deficit democratico di cui l’Ue ha una volta in più dato prova".