09/05/2008
di Filippo MAGNI
È stato Dino Boffo, direttore di Avvenire, ad aprire la seconda giornata del convegno “Lo sguardo quotidiano”, venerdì 9 maggio. Il direttore (testo integrale) ha spostato l’attenzione «dallo sguardo, l’indizio principale della giornata di ieri, al realismo, caratteristica della giornata di oggi». Boffo ha inoltre citato quel “principio di realtà”, che «si invoca per far valere le esigenze del desiderio, ma facilmente si smentisce allorché si tratta di fare i conti con la struttura obiettiva dell’essere e l’economia contingentata della creazione».
A seguire, il professor Francesco Botturi, ordinario di filosofia morale presso l’università Cattolica di Milano, ha presentato la propria relazione, dal titolo “Nel reale merita perdersi, questo nostro cielo” (testo integrale). Parole profonde, ragionamenti articolati ma illuminanti, che hanno interrogato i presenti sulla necessità di un perché, di una finalità, suscitati dall’anarchia dei messaggi e cui può rispondere «lo sguardo cristiano che usa categorie interessate all’interrogativo religioso e all’attesa di bene».
La seconda parte della mattinata, introdotta da interviste filmate ai caporedattori di alcuni quotidiani, ha proposto la tavola rotonda “C’è un futuro da inventare”, cui sono intervenuti il professor Giandomenico Boffi, ordinario di algebra presso l’università degli studi di Chieti-Pescara (testo integrale), la professoressa Maria Luisa Di Pietro, presidente dell’associazione Scienza e Vita, monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio per la cultura, il professor Stefano Zamagni, ordinario di economia politica all’università degli studi di Bologna, e infine don Giorgio Zucchelli, presidente della Fisc (testo integrale).
Il pomeriggio è stato caratterizzato dalla visita guidata prima al Duomo e in seguito a Sant’Ambrogio dove i convegnisti hanno partecipato alla messa celebrata da S.E. il vescovo mons. Franco Giulio Brambilla.
«Senza nulla togliere al Duomo – ha detto al termine della messa monsignor Erminio De Scalzi, custode della basilica -, vi trovate nella chiesa più bella di Milano. Il cardinale Tettamanzi non si offende se dico queste cose, lo sa anche lui che l’ambiente di Sant’Ambrogio, la sua struttura, il suo raccoglimento la rendono ideale per la preghiera e per la riflessione».
La giornata si è conclusa infine nei chiostri dell’università Cattolica del Sacro Cuore.