09/05/2008
di Filippo MAGNI
Il sottotitolo “I cattolici, l’informazione, la realtà” riassume il tema centrale della tre giorni “Lo sguardo quotidiano”, convegno nazionale dei direttori e dei collaboratori degli uffici diocesani per le comunicazioni sociali aperto giovedì 8 maggio a San Donato Milanese. Vale a dire, quali sono i passi da compiere affinché i media si avvicinino al “mondo reale”, rendendosi prossimi alla gente e non autoreferenziali o, peggio, sensazionalistici e votati al gossip?
Si è cercato di rispondere all’interrogativo fin dalla preghiera iniziale: don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, ha rimarcato come «occorre restituire alla parola il suo spessore e la sua profondità, che la rendono eco del Logos divino. Solo così essa prenderà la forma di un agire comunicativo e non semplicemente strategico».
L’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, impossibilitato a presenziare, ha inviato il proprio saluto attraverso il Vescovo ausiliare monsignor Mario Delpini: «Gli operatori dei media che si ispirano ai principi cristiani e che collaborano con gli uffici ecclesiastici della Comunicazione Sociale avranno nel convegno un’occasione preziosa per appassionarsi con rinnovato entusiasmo a raccogliere la sfida di inventare il futuro e di continuare a scrivere pagine quotidiane di sapienza e serietà, con spirito di servizio e nella fierezza dell’originalità di una intelligenza ispirata dalla verità e amica della fede».
A seguire, il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, e’ intervenuto con una articolata relazione sul tema “Pagine scritte, pagine da scrivere”, ovvero “La nuova stagione del progetto culturale e i media cattolici al servizio della coscienza credente”. Ad ascoltarlo una platea di 300 persone tra partecipanti al convegno (275 gli iscritti) e giornalisti accreditati. Il Cardinale è partito dalla secolare storia dei media cattolici per proporre un rinnovato slancio verso un futuro solidale con l’azione della Chiesa.
Incalzato dai giornalisti presenti, Bagnasco ha tenuto a ringraziare «tutti quanti si impegnano nella comunicazione, servizio prezioso e quanto mai necessario», per poi suggerire ai presenti di «andare alla fonte quando si riportano i fatti riguardanti la Chiesa, senza distorcere la realtà, ma contestualizzando con cura le parole e i gesti da raccontare».
Anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha salutato i convegnisti, citando le parole di don Giovanni Testori: «Comunica veramente chi ha qualcosa da dire – ha esposto Formigoni -, chi racconta la realtà. “Credo che ci sia un indirizzo infallibile: non sbaglierà, nonostante tutto, chi avrà voluto bene alla realtà”, diceva Giovanni Testori. Questo è il vero discrimine in quello sguardo quotidiano dell’informazione che il vostro convegno evoca: essere al servizio della realtà, appassionati alla verità sull’uomo che in essa emerge».
Introdotta dal direttore di Avvenire, Dino Boffo, la seconda parte del pomeriggio ha ripercorso la nascita del quotidiano nazionale cattolico, nelle edicole per la prima volta il 4 dicembre 1968. Eliana Versace, docente della Cattolica, ha riportato alla memoria dei presenti gli anni tumultuosi in cui nacque Avvenire, giornale che fu una vera intuizione profetica di Paolo VI, con lo scopo dichiarato di «parlare a tutto il Paese, orientando le coscienze dei credenti e diventando strumento di evangelizzazione in una società che sempre più si andava secolarizzando».
La giornata si è conclusa con la presentazione della mostra e del video che celebrano i 40 anni di Avvenire, i 20 anni del Sir e i 10 di Sat2000 e radio InBlu.