«Convergere anziché concorrere». Una “strategia”, ma anche una direzione di marcia, che implica la capacità di «mantenere la prospettiva evangelica in questa specie di autostrada globale della comunicazione», tenendo conto che «in questi decenni la tecnologia ha viaggiato a grande velocità, creando inaspettate reti interconnesse». A indicarla ai media cattolici è il Papa, nel messaggio inviato ai partecipanti al convegno per i 30 anni del Centro televisivo vaticano (Ctv), nato il 22 ottobre 1983 per volontà del Beato Giovanni Paolo II. Quello della televisione che “racconta il Papa al mondo” – ha assicurato il direttore, monsignor Dario Edoardo Viganò, concludendo l’incontro che si è svolto a Roma presso la sede della stampa estera – è proprio un lavoro «di gruppo, di insieme, che consiste nell’aggregare una serie di professionalità attorno a una progettualità condivisa». Per gli operatori del Ctv – 22 persone in tutto, compreso il direttore – l’appuntamento con Papa Francesco è per il 28 ottobre, quando li riceverà in udienza privata. Nelle prossime settimane, intanto, sarà on line il sito del Ctv.
«La gente vuole avere immagini»
Con queste parole Giovanni Paolo II decise di creare il Centro televisivo vaticano. Trent’anni dopo il Ctv deve affrontare nuove sfide, ha spiegato monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali e del Consiglio d’amministrazione del Ctv. «In questi giorni Papa Francesco c’invita a promuovere una “cultura dell’incontro” e con la sua persona, i suoi gesti e le sue parole, ci spinge a essere accanto ad ogni uomo e donna che incontriamo nel cammino della vita».
Informare e documentare
Sta in questo binomio la “missione in comune” di Rai e Ctv. A sottolinearlo, intervenendo al convegno, è stata la presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, segnalando che il Ctv «è diventato un punto di riferimento nel mondo della comunicazione», e in comune con la Rai ha la missione “di servizio”: l’auspicio, per Rai e Ctv, è «creare ponti tra credenti e non credenti». Oltre al messaggio del Papa, al Ctv è arrivato anche quello del presidente Giorgio Napolitano, secondo il quale le “linee portanti” del Ctv, avviato su “un importante percorso d’innovazione”, sono «le tematiche legate al rispetto della persona, il messaggio di pace e di speranza di cui la Chiesa si fa portatrice in una fase storica di notevoli cambiamenti culturali, politici e sociali, il senso di responsabilità verso le generazioni presenti e future».
Aprire gli archivi
Un appello per «aprire gli archivi del Centro televisivo vaticano agli studiosi». Si è concluso così l’intervento del critico televisivo Aldo Grasso, che ha ricordato che «la prima televisione ufficiale nel territorio italiano risale al 1951 ed è della Città del Vaticano», anche se è durata per pochi mesi. «Nessuno storico modernista può permettersi di scrivere la storia degli ultimi sessant’anni senza tener conto della televisione», ha detto Grasso soffermandosi sull’importanza delle immagini, che in questi ultimi 60 anni hanno ridotto moltissimo la distanza con la gente. Le immagini del Ctv, in particolare, hanno documentato in maniera straordinaria non solo gli atti ufficiali del Papa. «Se dovessi scegliere un’immagine-simbolo del Ctv – ha rivelato Grasso – sceglierei l’apertura della Porta Santa: si sente il Papa battere, la porta si apre e poi c’è un controcampo vertiginoso, con il Papa che da solo sale faticosamente i due gradini. Si può dire che il primo sguardo ufficiale del Giubileo sia stato della televisione».
Presto il nuovo sito
«La tecnologia per il Centro televisivo vaticano non è una mania, non è un virtuosismo, ma è un criterio di annuncio evangelico». A precisarlo è stato monsignor Viganò: «Lo standard tecnologico – ha detto il direttore del Ctv – ci è imposto dagli Stati Uniti. Se non fossimo partiti, i broadcaster americani non avrebbero raccontato il Papa». Di qui il percorso d’innovazione tecnologica intrapreso dal Ctv, che ora è approdato nelle immagini girate in “4k”, cioè con tecnologia UltraHD, come quelle che raccontano, in quattro minuti, la storia dell’emittente ecclesiale. «Nelle prossime settimane – ha annunciato monsignor Viganò – sarà on line il nostro sito, già pronto». Un sito d’immagini, all’interno dell’aggregatore news.va, cliccando sulle quali si potrà immediatamente verificare la qualità raggiunta attualmente dal Ctv, e ripercorrere, nello stesso tempo, le tappe della sua storia. Altro punto di forza dell’emittente: l’archivio, dove è presente non solo il materiale “girato”, ma anche quello “grezzo”: «Una scelta di politica culturale – ha spiegato monsignor Viganò – fondamentale per chi vorrà studiare le fonti audiovisive, da affidare agli storici di domani».