Accogliamo Papa Benedetto XVI in terra ambrosiana con una gioia indescrivibile. E la nostra città di Sesto si sente carica di una responsabilità unica e irripetibile, quando ti viene chiesto l’occasione della vita e devi prendere non un treno qualsiasi, ma “quel" treno” che ti conduce al meglio. Sì perché proprio questa porzione di diocesi – il Parco Nord di Bresso, Cinisello e Sesto – ospiterà la Festa delle Testimonianze di Sabato e la Celebrazione Eucaristica della domenica 3 giugno, culmine del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. L’entusiamo è palpabile nelle comunità, grazie sopratutto al lavoro dei Rol i quali, in collaborazione con il coordinamento centrale del milanofamily2012 – contano di coinvolgere tutte le comunità parrocchiali della città sestese con un numero che – a oggi – supera le 1500 presenze, una cifra che indica non solo una massiccia partecipazione ma sopratutto una sensibilità forte ai temi di pastorale familiare e nello specifico al tema dell’accoglienza.
L’attuale “crisi” sociale – infatti – dopo averci pervaso di paura per il futuro comincia a turbarci anche nel quotidiano presente. Segni iniziali di questo disagio sono la mancanza di prossimità, la cultura del sospetto come quando – in un immagine volutamente forte – vedi una porta sbattuta a chi bussa sulla porta della nostra casa.
Ora, tutto questo non è scritto nello statuto dei cristiani i quali non solo devo «rendere ragione della speranza che è in loro» (cf 1Pt 3,14-17), ma sono chiamati a dilatare la gioia pasquale e a portarla in tutto il mondo (Mc 16,15) specialmente in questo tempo di grande inquetudine, di “autismo sociale” che annichilisce il pensiero e l’agire e che non permette l’ascolto reciproco, il dialogo e la convergenza di prospettive – anche diverse fra loro – in ordine alle questioni sociali più importanti.
E la famiglia, il lavoro e la festa non a caso sono una triade tematica di assoluta attualità: In Italia – affermano nettamente i nostri vescovi – nonostante le difficoltà di vario genere, la famiglia tiene e si rivela, anche in questo frangente, il punto di tenuta affettiva, psicologica ed economica. Ma bisogna recuperare una cultura della famiglia; una cultura che fa del nostro Paese un esempio a cui guardare. Perciò una cultura della famiglia declina una genuina visione di “comunità” intorno alle due polarità del lavoro che costruisce quotidianamente il bene comune della festa che fa ritrovare le energie spese. In altre parole ancora oggi la fede cristiana ha ancora molto da predicare sui tetti ( Cf. Mt10,27) e possiede intatta la novità del suo paradossale “esserci nel mondo”.
«Se il mondo non azzarda, non gioca la sua libertà… i cristiani tutti non romperanno la frattura fra la fede e la vita, fra il celebrare il sacramento ed “essere” sacramento nel quotidiano», ci aveva esortato il cardinale Angelo Scola nella sua prima visita a Sesto. E Sesto si è lasciata condurre dal suo Arcivescovo con docilità pastorale: In questi mesi delicati per la nostra città continuiamo a dialogare – anche attraverso il nostro magazine noisesto.it – con tutte le voci culturali e i nostri parroci non si stancano di condurre i fedeli in un cammino di “serio discernimento” sulle scelte pastorali più urgenti, prime fra tutti l’aiuto e il sostegno concreto alle famiglie in difficoltà e ai giovani che chiedono ascolto e ri-motivazione.
La nostra Sesto dunque gioca di evangelico azzardo, scommette sul vangelo di Cristo e pone tutte le sue migliori risorse umane e pastorali perchè tutti coloro che verranno al Family 2012 vedano nel nostro volto la gioia di essere cristiani, frammento vivo dell’unica famiglia dei credenti in Cristo.