«Un incontro di lavoro» che si è svolto «in un clima molto buono». Così il nunzio apostolico in Ucraina, mons. Visvaldas Kulbokas, raggiunto telefonicamente dal Sir, ha definito l’incontro che il card. Matteo Zuppi ha avuto questa mattina con il presidente ucraino Volodymir Zelensky a Kiev. «Il card. Zuppi – puntualizza il nunzio – è l’inviato del Santo Padre ed è venuto in questa qualità».
«Ricordo quanto detto nel comunicato ieri e cioè che il card. Zuppi è arrivato qui come inviato del Papa per ascoltare. Non è un gioco di parole. È la verità. Ci sono tanti giornalisti che chiedono ma lo scopo principale di questa visita è ascoltare». E sui passi concreti da intraprendere nel futuro, il nunzio risponde: «È una domanda su cui il Papa dovrà riflettere». E aggiunge: «Si dovrà certamente riflettere su cosa fare dopo, ma adesso si ascolta». Il nunzio ricorda anche che in questi giorni l’inviato del Papa ha avuto una serie di incontri a Kiev. «Abbiamo finito appena adesso – aggiunge – un incontro con la vice primo ministro e si è parlato di nuovo sul tema dei bambini. Ci sono vari organismi che lavorano su vari livelli. È tutta una serie di incontri».
Alle fosse comuni di Bucha
Zuppi, aveva fatto visita ieri a Bucha nella regione di Kiev rendendo omaggio alle vittime sepolte nella fossa comune. Lo ha riferito su Telegram il servizio stampa dell’amministrazione regionale di Kiev, riporta Ukrinform. Il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di papa Francesco, è stato accompagnato dal capo dell’amministrazione statale regionale di Kiev Ruslan Kravchenko, dai rappresentanti delle autorità locali e dal nunzio apostolico a Kiev, mons. Visvaldas Kulbokas.
Ruslan Kravchenko ha osservato che questa è la prima visita del cardinale Zuppi, ambasciatore di pace del Papa, in Ucraina ed ha potuto vedere con i propri occhi «quale prezzo altissimo pagano gli ucraini per la libertà e la pace nel mondo». In particolare, i rappresentanti della delegazione hanno visitato la chiesa di Sant’Andrea che si trova a Bucha ed è il luogo dove sono stati sepolti 119 civili durante l’occupazione russa. «Storie del genere sono un dolore per l’intero mondo civilizzato», ha sottolineato il capo dell’amministrazione regionale. «Gli ucraini, come nessun altro, vogliono che crimini così terribili contro l’umanità non si ripetano mai», ha aggiunto secondo quanto riporta Ukrinform.
La notizia è stata ripresa e pubblicata anche dalla Conferenza episcopale ucraina (chiesa latina), aggiungendo che il cardinale ha anche visitato la mostra fotografica allestita nella cattedrale di Sant’Andrea che racconta le atrocità compiute dai russi in città nei giorni di occupazione. «Colpito dalle tragiche storie – si legge nella news -, il cardinale ha assicurato che avrebbe raccontato al pontefice ciò che aveva visto e ha consegnato una moneta commemorativa». L’esercito russo è entrato a Bucha il 27 febbraio 2022. L’occupazione è durata 33 giorni. Dopo la disoccupazione dei territori, sono stati trovati i fatti degli omicidi di massa e in un edificio è stata trovata anche una “stanza di tortura».
L’incontro con il Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino
Zuppi ha incontrato anche il Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Dmytro Lubinets. All’incontro era presente il nunzio apostolico a Kiev mons. Visvaldas Kulbokas e il tema principale della conversazione che ha avuto luogo presso il Centro per la protezione dei diritti dei bambini, è stato il ritorno dei bambini e dei prigionieri civili deportati in Russia. È quanto ha annunciato il commissario Lubinets sulla sua pagina Facebook e la notizia è stata rilanciata oggi dalla Conferenza episcopale ucraina.
Nel corso del colloquio, il commissario ha presentato al card. Zuppi un rapporto speciale sulla violazione dei diritti dei bambini ucraini nei territori temporaneamente occupati e in Russia, e materiale informativo sulle violazioni dei diritti umani in Ucraina a seguito dell’attacco armato su vasta scala della Federazione Russa. Ha detto che ogni bambino ucraino che è in Ucraina e che è stato costretto a fuggire all’estero, ha riportato le conseguenze della guerra. Inoltre, la Russia sta deportando in massa i bambini ucraini dai territori temporaneamente occupati. «Non sappiamo il numero esatto o dove si trovano», ha detto il commissario secondo quanto si legge sul sito della chiesa cattolica latina, sottolineando l’impegno a riportare i bambini a casa. Si tratta cioè di «ottenere tutte le informazioni sui bambini ucraini, il numero, cosa sta loro accadendo e come possono essere rimpatriati«. Sui dettagli però della conversazione e sui “vari meccanismi” non sono state date ulteriori informazioni.
Il Commissario ha richiamato l’attenzione dei rappresentanti della delegazione anche sulla questione del ritorno dei civili ostaggi detenuti dalla Federazione Russa. Ha fatto notare che non si conosce il numero esatto. Tuttavia, si tratta di decine di migliaia di cittadini ucraini, compresi i sacerdoti. «Sono convinto che questa visita dei rappresentanti vaticani in Ucraina dimostrerà ancora una volta chi è l’aggressore e chi la vittima. Dopotutto, stiamo combattendo sulla nostra terra, per la nostra gente, per l’integrità territoriale e vinceremo sicuramente!», ha osservato Lubinets. «Sono molto grato per l’incontro, perché ha aiutato molto a capire il dolore dei bambini più deboli. Faremo tutto il possibile e l’impossibile per risolvere questo problema», ha detto il card. Zuppi in un commento rilasciato a Radio Svoboda dopo l’incontro.
Sono 485 i bambini morti dall’inizio della guerra su vasta scala. A rendere nota la cifra è stato il presidente ucraino Zelensky nel suo messaggio quotidiano diffuso nel giorno in cui il mondo celebrava la Giornata mondiale in difesa dei bambini innocenti vittime di aggressioni. «Questo è un numero che possiamo confermare ufficialmente, conoscendo i dati di ogni bambino – ha detto il presidente -. Sfortunatamente, il loro numero reale è più alto. Ogni volta che liberiamo la nostra terra dagli occupanti russi, apprendiamo la terribile verità sull’occupazione».
Oltre alle vittime, c’è anche forte preoccupazione per la totale mancanza di informazioni complete sulle centinaia di migliaia di bambini deportati in Russia. «Ad oggi, grazie a vari sforzi, – ha detto Zelensky – è stato possibile riportare 371 bambini dalla deportazione in Ucraina. Nonostante sappiamo con certezza che sono almeno 19.505 i bambini ucraini deportati, e questa è solo una parte di tutti i nostri piccoli uomini e donne ucraini che sono ancora con il nemico».