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L’Arcivescovo in Perù

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Missione

Zago: «In Perù con la gioia di sentirci un’unica Chiesa»

Il responsabile della Pastorale diocesana accompagna l’Arcivescovo in Sudamerica. «Il clima di festa con cui veniamo accolti ci meraviglia sempre e conferma le motivazioni con cui sacerdoti e laici scelgono di dedicare la vita al Signore»

di Lorenzo GARBARINO

15 Luglio 2024
Don Maurizio Zago con l'Arcivescovo nel corso del viaggio missionario a Cuba dello scorso anno

Accompagnerà l’Arcivescovo nella visita pastorale in Perù don Maurizio Zago, responsabile diocesano della Pastorale missionaria, che vede il fulcro di queste esperienze negli incontri con i sacerdoti e i vescovi locali, occasioni per sviluppare e migliorare le collaborazioni sparse per il mondo. Un impegno su cui l’Arcivescovo ha concentrato molte energie.

Non è la prima visita in Perù per monsignor Delpini, che aveva già visitato il Paese sudamericano all’inizio del 2020. «In questi anni abbiamo lavorato molto sulle visite ai fidei donum – spiega -. Su questo tema l’Arcivescovo ha sempre dimostrato un interesse concreto, reale e vicino ai nostri preti: quando si programmano i viaggi, è sempre stato parte attiva dell’organizzazione, soprattutto per fare in modo che, nell’arco di due o tre anni, potesse ritornare a fare visita a quelle comunità».

In Perù, come nel resto del mondo, i fidei donum sono impegnati principalmente nell’azione quotidiana della Chiesa locale. Come accade qui, il vescovo li destina nelle parrocchie. La differenza principale per i sacerdoti è l’ambiente che li accoglie, che richiede un adattamento per comprendere non solo la lingua, ma anche la cultura, le sfide da affrontare e il modo con cui relazionarsi con le persone. Spesso si incontrano difficoltà legate alla povertà e ai bisogni materiali delle comunità, oltre alla necessità di adattarsi a stili di vita diversi dal nostro. Un lavoro tuttavia alleviato dalla grande accoglienza che di solito ricevono i sacerdoti. «Le comunità dei luoghi di missione manifestano grande gioia nell’accoglierci – conferma Zago -. Questo clima di festa ci meraviglia sempre, soprattutto se paragonato alle difficoltà che riscontriamo nelle nostre relazioni quotidiane. È in momenti come questi che i nostri preti sentono di far parte di un’unica Chiesa. Da quella di Milano che li invia a quella locale che li accoglie, questa gioia conferma le motivazioni con cui sacerdoti e laici scelgono di dedicare la vita al Signore, confermando, e rafforzando, le decisioni prese tempo addietro».

In Perù non sono presenti solo sacerdoti ambrosiani. A Pucallpa vive da alcuni anni la famiglia di Marta e Kumar Galbiati che, oltre a collaborare con le parrocchie, gestiscono il centro Juvenil Gustavo Prévost, dove propongono ai ragazzi diversi programmi formativi.

Oltre alle visite ai fidei donum, il viaggio sarà caratterizzato da due momenti particolarmente significativi. «Il primo sarà a Huacho, dove da moltissimi anni risiede don Antonio Colombo  – illustra don Zago -. Qui celebreremo la Messa per don Vittorio Ferrari, suo compagno di missione, sepolto nel distretto di Sayán, a testimonianza della stima e dell’affetto che i parrocchiani avevano per lui. L’altro sarà al nord, a Chakas, per il centenario della nascita di don Hugo De Censi, fondatore dell’operazione Mato Grosso. Entrambi i momenti saranno un’occasione per celebrare la loro memoria, oltre a quella dei tanti laici e preti ambrosiani che si sono spesi in questo Paese».

Quello dell’Arcivescovo non sarà l’unico viaggio ambrosiano in Perù. Ad agosto un gruppo di giovani di Paderno Dugnano partirà alla volta del Sudamerica, per ricambiare la visita di alcuni ragazzi peruviani lo scorso anno a Milano. «Lo scambio del 2023 con il gruppo di giovani è stato molto significativo per la comunità che li ha accolti – sottolinea don Zago -. Queste proposte culturali di conoscenza dei popoli sono utili per comprendere come l’umanità sia un’unica famiglia, come ci ricorda papa Francesco. Imparare a guardarci con gli occhi di fratelli, anziché di estranei, è fondamentale. Sebbene non sia semplice e i problemi siano molti, questa interazione tra Chiese e popoli ci aiutano a comprendere questa dimensione. Lo notiamo in particolare a livello giovanile, dove, nonostante le differenze di cultura o di abitudini, si cementano forti sintonie».

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