In vista delle elezioni amministrative che coinvolgeranno molte città e paesi nel territorio della Diocesi – Milano, anzitutto, ma anche Varese e grossi centri come Rho o Gallarate -, la Chiesa ambrosiana ha pensato di fornire un orientamento dal punto di vista della riflessione sociopolitica. Ne parliamo con don Walter Magnoni, responsabile del Servizio per la Pastorale sociale e il Lavoro: «L’iniziativa nasce dal Coordinamento delle Associazioni e dei Movimenti della Diocesi di Milano, che vede la partecipazione di diversi rappresentanti, i quali, insieme, ragionano su questioni legate alla vita ecclesiale, ma anche sul rapporto tra fede e vita e, quindi, cercano di delineare progetti di vita buona anche dentro la società. In vista delle elezioni, i cristiani, in questo caso attraverso questo Coordinamento, vogliono immaginare un dialogo ipotetico con quanti potrebbero essere chiamati a governare, in particolare, la città di Milano».
A questo Coordinamento quali associazioni e articolazioni sono invitate?
Soprattutto quelle che hanno una ricaduta pastorale: le più conosciute sono l’Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, le Acli, la Comunità di Sant’Egidio, CVX (che si collega all’esperienza dei Gesuiti), il Movimento dei Focolari, ma anche altri. Tale Coordinamento esiste da anni, ancor prima che l’Arcivescovo fosse monsignor Delpini, e già in occasione delle elezioni amministrative precedenti aveva prodotto una sorta di «manifesto» per suggerire e indicare quello che il mondo cattolico sente come importante riguardo alla cura della polis. Probabilmente verrà elaborato un documento anche per la prossima tornata elettorale.
Per la consultazione in programma in autunno, quanti saranno, indicativamente, gli elettori che vivono nel territorio diocesano?
Moltissimi. Teniamo conto che solo Milano conta 1.400.000 abitanti circa – forse leggermente calati per qualche “fuga” dalla città legata al Covid -, ma se si aggiungono Varese e altre città globalmente arriviamo vicini a un 40% della popolazione coinvolta nelle terre ambrosiane. Numeri, come è evidente, assolutamente significativi.
Il Coordinamento si inserisce, comunque, nell’interesse più generale che la Chiesa di Milano da decenni coltiva per la formazione sociopolitica…
Senza dubbio. Nel 1986 venne celebrato il Convegno diocesano “Farsi prossimo”, voluto dall’allora arcivescovo, il cardinale Carlo Maria Martini, che intendeva riflettere principalmente sul tema della carità. Emerse l’importanza di quella che chiamiamo la carità politica e che, oggi, troviamo esplicitata nell’ultima enciclica di papa Francesco Fratelli tutti. Si diede così inizio alle prime Scuole di formazione sociopolitica, dedicate a Giuseppe Lazzati, allora scomparso da poco, che videro una grande partecipazione. In quel caso la Diocesi investì in modo capillare: in ogni Decanato vi era, infatti, una Scuola di formazione. Quella fu una prima grande esperienza, che forse, per certi versi, non mantenne le attese. Ma da qualche anno viviamo un chiaro rilancio.
In che modo?
Già nel periodo del suo episcopato, il cardinale Tettamanzi diede avvio all’iniziativa intitolata «Date a Cesare», seppure promuovendola a livello meno capillare: il primo anno fu organizzata a Milano, poi s’immaginarono altre sedi in alcune grandi città. Adesso, in questa ultima fase – già iniziata con il cardinale Scola -, si sta promuovendo una formazione sociopolitica anche di taglio culturale: l’attenzione è più centrata, cioè, su un livello valoriale nell’esperienza dell’impegno sociopolitico. Ci accorgiamo – anche perché lo vediamo nel confronto che ci chiede chi viene chiamato, poi, concretamente ad amministrare -, quanto sia importante avere strumenti per essere in grado di elaborare un giudizio etico sulla realtà, di fronte a tante questioni e dilemmi morali che oggi si pongono con particolare urgenza.