La Commissione Diocesana che rappresenta vari Gruppi di volontariato nell’ambito della Pastorale della salute ha ritenuto opportuno sostare sul mondo dei volontariati con il tema “Stay Gold”, proposto da un suo membro, perché il volontariato, in un tempo di crisi e rinnovamento, possa ritrovare il coraggio e la forza di una ripresa. L’appuntamento è per giovedì 11 maggio presso il Salone convegni della Curia arcivescovile (vedi qui la locandina e il programma).
Punto di partenza sarà la legge-quadro del 1991, che ha dato una certa disciplina al pullulare dei volontariati che prendevano posto nella società civile a servizio dei più fragili e deboli. Il passaggio dalla legge-quadro alla riforma del terzo settore (2021), dopo la prova subita dal lungo periodo del lockdown, cerca un nuovo spazio di inserimento. Proprio per questo il convegno centrerà la sua riflessione su ascolto, formazione, responsabilità: tre parole-chiave per dire quanto la persona fragile abbia bisogno di «professionisti di umanità». La sfida del convegno è risvegliare le identità originarie con i rispettivi metodi di intervento.
Voce all’esperienza
Chi parteciperà al convegno sarà sollecitato a chiedersi che cosa è il volontariato per lui. Quale esperienza di volontariato lo caratterizza? Sente di possedere dentro di sé risorse che lo spingono a continuarlo? È un tempo questo in cui la vita sembra appiattirsi in una routine di ansie, incertezze e delusioni: come uscirne e mettersi in movimento “prendendo il largo”?
Chi non esce dalle proprie sicurezze, suggerite forse dalle precauzioni contro pandemie e pericoli, rischia di non incontrare l’altro, di chiudersi in se stesso. Il poeta Guido Oldani, in una sua composizione, dice che l’umanità è divisa in «due bande, l’una è quella del buon samaritano, l’altra è il levita fermo nel suo niente». «L’amore va cercato nel volto e nel nome di qualcuno».
Ci sembra bello riproporre questa definizione di volontariato formulata dal Papa: «Essere volontari solidali è una scelta che ci rende liberi; ci rende aperti alle necessità dell’altro; alle richieste di giustizia, alla difesa dei poveri; alla cura del Creato. Significa essere artigiani di misericordia: con le mani, con gli occhi, con le orecchie attenti, con la vigilanza».